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A Potenza ci sono conversioni politiche in corso. Su questo terreno è tutto molto relativo e strumentale. Poi ci sono i valori, i principi, la cultura. Una città governata dalla destra esprime e catalizza sempre più cultura di destra. Si scherza sul web, ma non troppo. E così la foto di minori viene postata su Fb, nuova colonna infame per comunicare che quella banda di mascalzoncelli, rei di aver imbrattato i muri (ma la foto non dice nulla, rende solo riconoscibili i minori dagli amici e dalle famiglie), è stata fotografata da un cittadino attento e denunciata all’autorità giudiziaria. Punire e comunicare la punizione. Ordine e disciplina. E anche ieri, nella giornata contro la violenza sulle donne, c’è chi, oltre a organizzare convegni, ha deriso l’appuntamento, confondendo le questioni di genere con i reati, ottenendo anche la condivisione di militanti del partito di riferimento del governo della città. Per non parlare del tiro a bersaglio contro chi la pensa diversamente. Il sindaco di Potenza prende le distanze dai toni aggressivi. Serve però non rinunciare a una cultura di valori democratici condivisi. Sulla debolezza della sedimentazione di questi principi (Potenza è una città di tradizione cattolica, che ha veicolato cose buone ma anche derive moralistiche) cresce il radicamento di una controcultura reazionaria. Che è un bel danno per la città. Un danno, a mio giudizio, maggiore del dissesto.
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