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UN TEMPO Gianni Agnelli diceva: “Quello che va bene alla Fiat va bene all’Italia” ma oggi, invece, va bene innanzitutto alla Basilicata. E quindi ci sono buone nuove se la Jeep Renegade e la Fiat 500X piacciono e il mercato le sta premiando e se nel settore logistico legato alle produzioni di Sata si assume. Però non è tutto rose e fiori, lo diciamo da tempo: manca ancora una strategia regionale di sostegno alla sfida lanciata da Fca al mondo che parte proprio dalla Basilicata.
Ma andiamo con ordine.
Ad ottobre, in Italia, ad un solo mese dal lancio, le immatricolazioni della Renegade sono state quasi 2.000, questo fa fare al marchio Jeep un balzo in avanti di +136,8% in un mercato in ripresa (+4,2% nei primi dieci mesi del 2014, +9,% solo ad ottobre). Secondo alcune indiscrezioni anche la produzione di ottobre (quello che sarà l’immatricolato di novembre) del piccolo Suv Jeep fa segnare, con oltre 7.000 unità, quasi un +10% rispetto al programmato. Piace molto anche la 500X che a pochi giorni dal lancio pare abbia fatto registrare una produzione, sempre ad ottobre, di un ottimo +40% rispetto al previsto.
E le buone notizie non finiscono qui. Segnali positivi arrivano anche sul fronte occupazionale: come previsto (lo stesso è avvenuto a Pomigliano all’avvio della produzione sulla nuova linea della Panda) a Melfi si registra un incremento sensibile dell’occupazione tra le aziende che si occupano di logistica. Questo perché la nuova produzione, organizzata secondo il sistema World Class Manufacturing – applicato solo parzialmente sulla Punto – implica un maggiore ricorso ad attività di controllo e sequenziamento dei componenti. Mansioni che FCA a terziarizzato a favore di aziende specializzate nella movimentazione. Si spiega così parte dell’incremento del +9% dell’occupazione nell’Industria in Basilicata registrato, nei primi sei mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013, da Istat e riportato dal Rapporto di Banca d’Italia (presentato ieri).
La parte dolente è invece nei livelli occupazionali di Sata e indotto che – nonostante gli ottimi risultati di vendita dei nuovi modelli però non assistiti dai numeri in costante calo della Punto – saranno massimi solo in primavera quando, con ogni probabilità, si dovrà ricorrere ad una organizzazione del lavoro sui mai amati 18/21 turni settimanali, se non anche qualcosa in più.
Nel frattempo poco o niente si sta facendo per sostenere questa fase che è cruciale per il più importante comparto industriale lucano. Le occasioni e le possibilità per recuperare non mancano e non mancheranno anche nei prossimi mesi mentre, l’eco del monito di Sergio Marchionne , rimbomba ancora, forte e chiara, nel silenzio di una Basilicata che è ormai presa solo dalle vicende legate alle estrazioni.
*basilicatapost
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