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LE accuse contro il cardiochirurgo sono gravi, penalmente e moralmente. Ma, evidentemente, non bastano a cancellare quello che Nicola Marraudino ha fatto in passato.
Così, a sorpresa, ieri mattina a Potenza si sono ritrovati tutti i suoi sostenitori. Pazienti, ex pazienti, infermieri, operatori sanitari che con il primario hanno in passato lavorato e che oggi non credono alle accuse che gli vengono mosse. Tre pullman, con a bordo circa 150 persone, alcuni rappresentati dell’Associazione donatori organi (Aido) con un’ambulanza. Tutti pronti a manifestare la propria solidarietà al cardiochirugo. Prima sotto casa di Marraudino, a Macchia Romana, poi davanti all’ingresso dell’ospedale San Carlo, dove il primario ha lavorato finchè non è venuto fuori quanto è accaduto in sala operatoria il giorno in cui Elisa Presta, 71 anni, è morta.
Quel caso, l’audio terribile in cui quella vicenda viene raccontata, non interessano però ai suoi sostenitori. Così ieri mattina hanno urlato a tutti l’intenzione di continuare a manifestare la loro solidarietà al cardiochirurgo. Scandendo il suo nome in coro, hanno voluto raccontare che, oltre alla signora Elisa Presta, Marraudino si è occupato con professionalità anche di altri casi. E a tante persone ha salvato la vita. Così è stata annunciata l’intenzione di creare un gruppo su Facebook in sua difesa e, nel frattempo, sono state stampate delle magliette con la scritta “Noi stiamo con Nicola Marraudino”.
Il primario, di 54 anni, è accusato di omicidio colposo in concorso e di falso in atto pubblico per aver falsificato il registro operatorio.
Elisa Presta morì il 28 maggio 2013 in seguito alle complicanze sorte durante l’intervento di Cardiochirurgia. Le indagini della Polizia sono cominciate nel novembre 2013 in seguito a un esposto anonimo. Nelle settimane successive, la Squadra mobile del capoluogo lucano ha interrogato medici e infermieri, che hanno partecipato all’intervento, e i familiari della donna. Lo scorso 14 luglio, inoltre, è stata depositata la perizia medico-legale. Poi il 29 agosto viene reso pubblica una registrazione in cui un caso di malasanità si trasforma in qualcosa di decisamente più grave.
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