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L’EX QUARTIERE dormitorio si sente ancora una volta penalizzato. Al Comitato di quartiere di Macchia Romana non è piaciuta la scelta di depennare dai programmi futuri la costruzione di una scuola in quello che è ormai uno dei quartieri più popolosi della città. E così i cittadini sono stati invitati a farsi sentire attraverso una raccolta firme.
«Non si può non evidenziare – replicano i consiglieri comunali Antonio Vigilante e Giuseppe Giuzio – come la realizzazione del Polo scolastico di Macchia Romana è stata sospesa perché, semplicemente, non realizzabile (per i ritardi accumulati nelle pregresse amministrazioni), in tempi e modi previsti dalle normative relative ai fondi europei: la rendicondazione biennale era incompatibile con l’opera che, comunque, rimane prioritaria e sarà rifinanziata con immediatezza nei fondi 2014-2020».
Ciò di cui si sta discutendo è la proposta della Terza commissione consiliare sul Fondo di Sviluppo e Coesione. Secondo i consiglieri, «la passata amministrazione aveva “dimenticato” in un cassetto 26 milioni di euro, che daranno una nuova vitalità a buona parte della città capoluogo. Si è deciso di puntare sulla riqualificazione del centro storico e sulle strutture sportive, senza dimenticare la periferia e interventi di efficientamento energetico, in un contesto in cui i costi dell’energia hanno un trend di crescita costante, portando un notevole risparmio alle casse comunali. La commissione, inoltre, non ha mancato di rimarcare la volontà di intervenire sulla riqualificazione delle strutture sportive, chiedendo ed ottenendo la massima disponibilità per l’inquadramento degli interventi. Quanto al collegamento con l’università, argomento già in discussione da tempo, ricordiamo che il principio che ha contraddistinto i lavori della commissione è stato la disponibilità, e che è sempre garantita la flessibilità progettuale ed operativa, finalizzata al raggiungimento del più ampio accordo. La nuova volontà politica espressa dall’Ente – sul principio “zero cemento” – non è di erigere monumenti all’irrazionalità e allo spreco, ma di dare spazio alla necessità di acquisire prima dati certi, con proiezioni altrettanto puntuali, in accordo con la dotazione degli standard urbanistici, e soprattutto con gli standard minimi di efficienza e di efficacia della pubblica amministrazione, principi, come si sa, non sempre tenuti in debito conto nella programmazione precedente. Per la prima volta l’amministrazione comunale ha abbandonato la gestione improvvisata dei fondi europei e la programmazione “fatta in casa” avvalendosi, finalmente, di persone qualificate ed esperte in questo specifico settore, oramai strategico per un ente locale, e ricostruendo da zero la stessa idea di programmazione, in una città che una vera e seria programmazione urbanistica ed economica, come tutti sanno (e come dimostra la realtà dei fatti e dei conti), non l’ha mai avuta. Il sindaco De Luca, bisogna ricordare, ha mandato popolare pieno per amministrare la città in qualità di organo di vertice politico e amministrativo, con tutto quello che ciò comporta».

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