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POTENZA – L’avviso pubblico per la formazione dell’albo degli aspiranti direttori generali di Asp, Asm, San Carlo e Crob ancora non c’è. E, arrivati a questo punto, è sempre più evidente che le nomine di aziende sanitarie e ospedaliere slitteranno oltre i tempi previsti (gli attuali incarichi sono in scadenza a dicembre) . Nel frattempo, però, le forze politiche e in particolare un pezzo del Partito democratico si danno molto da fare. Cercando di spingere sui nomi, più che sui tempi. E così che tra le proposte di modifica presentate dalla IV Commisione consiliare permanente alla delibera di Giunta dello scorso settembre che detta i criteri per la composizione dell’albo, spuntano forzature che non potevano passare inosservate.
Se tra i criteri indicati per la valutazione dell’idoneità all’incarico da ricoprire, che sarà affidata a una speciale commissione, esclude coloro che si trovano in quiescenza – secondo le previsioni dettate dalla recentissima norma sul conferimento degli incarichi dirigenziali – la commissione (presidente Luigi Bradascio) ha pensato bene di apportare una modifica importante: via libera anche a coloro che si trovano in pensione ma che svolgerebbero l’incarico a titolo gratuito. E a coloro che, pur essendo in pensione, sono stati nominati direttore generale prima delle entrata in vigore del decreto, tutt’ora in carica e il cui contratto prevede una durata iniziale inferiore ai cinque anni.
Insomma, qualcuno si è dato un gran da fare per tutelare gli aspiranti direttori ormai in pensione. Un correttivo di evidente stampo personalistico visto che non si capisce perché ci sia stata tanta premura. Come se non ci fossero altri titolati a ricoprire incarichi di tale portata, che per competenze e responsabilità forse renderebbero necessario un reale rinnovamento, piuttosto che la riconferma di pluri nominati ai vertici delle aziende pubbliche. Attualmente gli attuali Dg in pensione sono Pasquale Amendola e Mario Marra. Ma a nutrire particolari aspirazioni di riconferma sarebbe soprattutto il direttore dell’Irccs Crob di Rionero. A farsene portavoce in Commissione il consigliere regionale , ex sindaco di Venosa (defilippiano, proprio come Pasquale Amendola), Carmine Miranda Castelgrande che si sarebbe speso molto per far in modo che la proposta di “precisazioni” venisse messe nera su bianco.
Le modifiche apportate lo scorso 22 ottobre non necessariamente saranno prese in considerazione dalla Giunta che può scegliere di non tenerne del parere espresso dalla Commissione. Nel caso contrario, invece, la questione ci sarebbe tutta. Non tanto in termini di legittimità dell’atto, quanto, perlopiù, in termini di opportunità.

m.labanca@luedi.it

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