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SONO scettici i sindacati di categoria della Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals regionali in merito alla manifestazione potentina organizzata dal Dipartimento Politiche di Sviluppo. Un’idea, dicono, che «mette in atto metodi e forme di coinvolgimento “virtuali”di studenti, famiglie, docenti e addetti ai lavori, secondo lo stile dell’epoca, sfuggendo al confronto sui problemi reali che investono la scuola lucana». Per le organizzazioni sindacali quella di Potenza è «una sorta di “mini Leopolda” lucana». «Riteniamo che la condizione in cui versa il sistema scolastico non meriti un’attenzione virtuale né mediatica o di facciata perché gli effetti dei provvedimenti di mero taglio realizzati dai Governi che si sono susseguiti in questi anni, hanno assunto in Basilicata una valenza tanto dirompente quanto drammatica, generando gravi menomazioni ai capisaldi irrinunciabili dell’organizzazione del servizio scolastico: il tempo scuola, la relazione educativa, i servizi amministrativi e ausiliari, l’esercizio effettivo del diritto all’istruzione sancito dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Il sistema scolastico lucano è stato condizionato da alcuni specifici elementi di contesto come la riduzione del 23,5% del personale scolastico (a fronte della riduzione del10% della popolazione scolastica), la perdita di circa 3.500 posti, il sottodimensionamento di numerose istituzioni scolastiche (44 su 141 totali), l’aumento delle percentuali di alunni che frequentano le pluriclassi (6/7 %). In un contesto già così difficile, in questi anni, la Regione Basilicata non è stata in grado di dare risposte adeguate». La polemica è contro «quell’ottica forzatamente regionalista e “localista”» della scuola in Basilicata. «Una scelta – riprendono – che non solo ha leso l’esercizio reale di un diritto universale quale è il diritto all’istruzione, che è premessa al pieno diritto di “cittadinanza”, ma che non è riuscita nemmeno nell’intento di dar vita ad un sistema integrato di istruzione e formazione capace di mettere in relazione virtuosa cultura, istruzione, formazione, lavoro, investimento sociale e individuale». I sindacati chiedono l’istituzione di un tavolo politico a Pittella, un incontro che nonostante i ripetuti solleciti, non è mai avvenuto.
«Gli impegni politici con i sindacati sono stati purtroppo disattesi e si sono accumulati ritardi su aspetti delicati quali dimensionamento, alternanza scuola lavoro, istruzione e formazione professionale, edilizia scolastica, che difficilmente potranno essere recuperati».

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