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SALA MENSA non conforme ai requisiti previsti dalla legge. E’ quanto sostiene la Segreteria Regionale del Sappe, (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) della Basilicata, attraverso il Segretario regionale Saverio Brienza.
«Oltre alla forma strutturale degli ambienti che non consentono agli addetti di utilizzare gli spazi secondo una distinta logica di preparazione, – spiega il sindacato in una nota – si precisa che non sono presenti frigoriferi (sia nella dispensa che nel deposito ) con scomparti che consentano la suddivisione dei generi alimentari (ad esempio nello stesso frigorifero si trovano giacenti : carne – formaggi – salumi – verdure – acqua – etc. etc. ) , pertanto, in assenza di specifiche apparecchiature, la conservazione e la preparazione degli alimenti rischiano di essere costantemente contaminati».
Per Brienza all’interno della mensa del carcere «non funzionano da anni sia l’impianto di aspirazione dei fumi che quello della lavastoviglie e l’assenza di un banco self-service non permette sia di mantenere gli alimenti ad una temperatura costante e di proteggere le vivande da eventuali contaminazioni, che di somministrare i pasti agli aventi diritto nella piena garanzia igienica; basti pensare che la somministrazione avviene attraverso una “finestra” che si affaccia dalla cucina alla sala ristorazione, con la stessa che viene poi riutilizzata per riconsegnare i vassoi sporchi, proprio perché in assenza di un apposito carrello per riporre i vassoi dopo essere stati utilizzati».
A questo si aggiunge il fatto che «la preparazione e la somministrazione dei primi piatti avviene con la pasta che, dopo essere stata bollita, nel momento in cui deve essere servita viene riposta per qualche secondo sempre nella stessa acqua che era stata utilizzata per la bollitura iniziale, in maniera di ridare alla stessa la sensazione di essere stata appena preparata, ma in realtà la pasta viene solo riscaldata e , naturalmente, scaldata e poi ancora scaldata, per una moltitudine di volte tanto che gli ultimi fruitori sono costretti a consumare la pasta scotta oppure ridotta completamente in frantumi».
«Anche la periodica sanificazione degli ambienti non risultano essere state effettuate con regolarità». Anche per questo, il Segretario Regionale Saverio Brienza ha chiesto attraverso una dettagliata nota sindacale, all’Asl di Potenza «di procedere ad una ispezione per accertare tutte le condizioni denunciate e se, ancora, risulti idonea alle previste autorizzazioni sanitarie di cui alla legge 283/62 per poter esercitare il servizio».
Ulteriori difficoltà vengono registrate «anche dal forte malcontento del personale dipendente della ditta appaltatrice del servizio, in quanto dal mese di Luglio non percepisce lo stipendio nonostante lo stato di agitazione già proclamato».
Il Sappe preannuncia che se in breve tempo l’Amministrazione non prenda gli opportuni provvedimenti per risolvere i problemi proclamerà lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria e si «procederà con il conseguente rifiuto dei pasti».

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