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NON è solo l’acqua a preoccupare gli abitanti di Bucaletto.
Dopo le analisi effettuate a proprie spese, autotassandosi e con il contributo dei commercianti del quartiere, aspettano adesso di poter comparare il rapporto elaborato da un centro fuori regione con eventuali analisi dell’Arpab e di Acquedotto lucano, ai quali, congiuntamente al sindaco De Luca e al Tribunale di Potenza, è stata inviata un’informativa protocollata appena un giorno fa. Tutto ciò non riesce certo a rasserenarli. Così come gli ultimi dati sulla presenza di fibre in amianto nell’aria pubblicati da qualche settimana dall’Arpab sul sito ufficiale. Dagli ultimi campionamenti risalenti al 6 agosto scorsi risulta la «totale assenza di amianto».
Sette le centraline installate in quell’occasione: piazzale sottostante la chiesa, piazzale antistante il tabacchino e prefabbricati Sant’Angelo, davanti piazza don Giuseppe Vairo, difronte prefabbricato Inca numero 96, di fronte ex sede comunale, lato farmacia, lato prefabbricato Inca numero 4 nei pressi dello svincolo autostradale.
Per tutti e sette il verdetto è stato lo stesso, sebbene a Bucaletto ci siano ancora 84 prefabbricati in amianto. Le anomalie, dunque, per il comitato “La cittadella” restano. In particolare la segnalazione di una cittadina che ha visto un pulitrice dell’Acta spazzare il giorno stesso dei rilevamenti prima dell’istallazione della centralina. E poi: «Molti degli spazi utilizzati – dice il suo presidente Silvia Lettieri – sono spazi aperti, come quello vicino la scuola, che tra l’altro è una struttura nuova non costruita in amianto. Anche l’area Sant’Angelo si tratta di costruzioni in cemento. Il campionamento non è stato effettuato proprio lì dove, a nostro parere, andava fatto e cioè nella zona bassa di Bucaletto, dove sono stati abbattuti i prefabbricati prima della costruzione dei famosi 34 alloggi e costruiti, tra l’altro, nemmeno sul terreno dei prefabbricati abbattuti ma un po’ più in là, andando ad espropriare altri terreni». Per i cittadini di Bucaletto sono tutte «anomalie» rispetto alle quali non riescono ad avere spiegazioni da nessuno. Lo stesso vale per l’elettrosmog, i cui ultimi rilevamenti Arpab pure registrano una situazione di assoluta assenza di indicatori tali da poter ipotizzare una minaccia per la salute dei residenti.
«Eppure – dice ancora il Comitato – vediamo un fiorire di antenne». Nella mancanza di dati storici sull’andamento dei rilevamenti Bucaletto chiede a questo punto agli organi competenti dei maggiori controlli, molto più ravvicinati nel tempo, e una centralina fissa.
«Come per l’acqua, che può avere dei valori che possono risultare nei limiti per quella specifica analisi ma trasformarsi in un pericolo nell’arco del tempo, lo stesso può essere per l’amianto e l’elettrosmog». Ecco perché il Comitato attende ancora con ansia l’incontro con l’assessore regionale alla Sanità Franconi e con il direttore dell’Arpab «per avere finalmente delucidazioni e spiegazioni». Non bastano le analisi nude e crude, soprattutto se «sono ballerine come quelle della Sider e prive di un documento che ne racconti l’andamento storico».
L’emergenza Bucaletto non finirebbe certo qui. C’è la questione scottante dell’abusivismo che continua a perpetuarsi senza controllo, dei prefabbricati pericolanti, della crescita di microcriminalità. Era stato chiesto il presidio di una stazione di vigili urbani, per esempio, ma ad oggi ancora nulla. I problemi, è vero, sono sempre gli stessi. Ma è proprio per questo che i cittadini non capiscono perché non vengono risolti. Bucaletto non era forse in cima alla programmazione dei candidati sindaco in campagna elettorale?

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