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BERNALDA – Era rimasto solo al mondo, dopo aver lavorato in una macelleria, dove ha contratto una malattia professionale, che lo ha portato alla morte a 37 anni, tra le morse di una depressione, scaturita proprio dall’abbandono di tutti, istituzioni comprese.
Al suo capezzale c’era solo la sorella Michelina, che ha cercato sempre di aiutarlo tra mille difficoltà, senza però riuscire a strapparlo alla morte.
E’ la storia triste ed esemplare di Fedele Carioscia, un giovane bernaldese, a cui ieri la comunità ha dato l’estremo saluto, pagando con una gara solidale anche le esequie, visto che il povero Fedele era finito sul lastrico da tempo.
Una storia di abbandono e insensibilità, denunciata da Angela Grieco, rappresentante regionale dell’Associazione invalidi civili e politiche sociali della Cisl, che negli ultimi anni aveva preso a cuore la vicenda di Fedele, cercando in tutti i modi di aiutarlo in mezzo a un mondo gelido.
La sofferenza dell’uomo inizia nel 2005, quando mentre è al lavoro contrae una rara forma di psoriasi, allergia della pelle, che passa anche agli organi interni facendoli gonfiare. Il giovane, allora 28enne, continua a lavorare per tre lunghi anni, finchè a dicembre 2008, l’evoluzione del male si fa talmente seria da impedirgli di continuare.
Intanto Fedele, non sposato, è rimasto solo al mondo perdendo anche il lavoro, mentre è costretto ad assumere pesanti dosi di antibiotici, che lo consumano. Il 20 novembre 2009 inizia il suo peregrinare tra le istituzioni per chiedere un aiuto, vista l’intervenuta inabilità al lavoro. Si rivolge a un patronato per presentare domanda di “Assegno ordinario di invalidità contributiva”, ma viene respinta il 26 gennaio 2010. Poco dopo si rivolge ad Angela Grieco presentando ricorso, che viene puntualmente respinto il 5 maggio 2010. Così inizia il calvario giudiziario, perchè Fedele fa causa all’Inail, ma a gennaio 2013 arriva l’ennesimo schiaffo: il giudice non accetta la sua istanza. Allora Fedele, come era prvedibile, entra nel tunnel della depressione; Angela Grieco cerca di aiutarlo ancora, presentando una domanda di invalidità civile all’Inail, ancora una volta respinta; poi lo fa iscrivere nella graduatoria speciale dei disoccupati all’Ufficio di collocamento, ma tutto rimane fermo.
Pochi mesi e la depressione consuma la giovane vita di Fedele, morto martedì per una brutta cirrosi epatica, che ha fatto precipitare il suo quadro clinico già complesso.
«Questo ragazzo -denuncia affranta la Grieco- è stato abbandonato dalle istituzioni a tutti i livelli. Dopo il giudizio giuridico è entrato in uno stato gravissimo di sconforto. Questa vicenda deve servire a far sì che oltre alle istituzioni anche i cittadini si prendano cura di queste persone; non è giusto marginalizzare in questo modo chi ha bisogno di aiuto».
La Grieco si è impegnata a sensibilizzare la Cisl regionale sulla necessità di istituire servizi a supporto di queste persone. I funerali di Fedele saranno stati pagati grazie a una raccolta fondi promossa da Angela Grieco, che è anche nel Consiglio d’amministrazione della comunità “Iolanda Statile”.
Un buon inizio, ma c’è ancora tanto da fare su questa difficile strada.

a.corrado@luedi.it

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