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Abbiamo promesso all’Europa, dobbiamo mantenere l’impegno.
Nel dossier proposto per la candidatura di “Matera capitale europea della cultura 2019” è scritto che avremmo realizzato uno “spazio per interventi teatrali e installativi”. – Anche su tale promessa l’Europa ha detto sì a “Matera Capitale”.
Tuttavia, non è solo un impegno morale da rispettare, è anche una esigenza politica di assolvere alle aspettative della nostra comunità di vedere realizzato, finalmente, in Matera un “contenitore” che consenta l’attuazione dell’impegno culturale, ma rappresenti, soprattutto, anche la testimonianza visibile della nostra epoca.
Delle generazioni precedenti Matera può vantare testimonianze di splendide chiese (Cattedrale, San Giovanni, San Francesco, il Purgatorio), ma anche maestose strutture civili (l’Annunziata, Castello Tramontano, , il Museo Ridola , Lanfranchi e palazzi signorili) , grandi monumenti (la Fontana ferdinandea, Monumento ai Caduti della grande guerra, a De Gasperi), e piccole sculture (il “mietitore”, il “calderaio” ed altre sparse nei Sassi) e tanto altro ancora.
E’ pur vero che anche la nostra epoca può vantare un’elevata realizzazione urbanistica abitativa di iniziativa pubblica firmata da grandi maestri della architettura,- sebbene via via offuscata dalla notevole realizzazione edilizia privata, urbanisticamente discutibile,- tuttavia, da oltre un cinquantennio, è mancata la realizzazione di un “simbolo urbanistico” che possa rappresentare, significativamente, anche la nostra epoca.
L’idea di dotare la nostra città di un teatro, sollecitata sin dal 2010 dalla proposta del Prof. Franco LISANTI, presidente della Fondazione orchestra lucana delle province di Matera e Potenza, ma anche da istituzioni culturali, quale “La Scaletta”, con gli appassionati interventi dell’Avv. Raffaello De Ruggieri, non può considerarsi una mera velleità di pochi illuminati.
La città di Matera vanta legittimo titolo per realizzare il suo teatro sia per la tradizione storica di grandi musicisti come Romualdo Duni, ma anche per le personalità che operano, oggi, nelle numerose istituzioni musicali di Matera, di cui, certamente, la storia futura si incaricherà di indicarle.
L’effetto trainante del Teatro, per altro, si coniuga non solo con il tempo libero, ma soprattutto con la esigenza di sostenere il benessere umano e spirituale della comunità, presente e futura, offrendo le ragioni e le opportunità per una vita spiritualmente più felice. Il teatro è un’opera realizzabile anche in tempi relativamente brevi, utilizzando gli interventi finanziari di sostegno alla funzione di Capitale Europea della Cultura.
Non mancano le intelligenze professionali ed artistiche per una simile opera, ove si considerino le folte schiere di ingegneri ed architetti della nostra regione, in gran parte professionalmente maturi ed evolutivamente protesi al miglioramento della società della Basilicata. Né mancano imprese e maestranze edili di “agile” capacità esecutiva, perché il progetto non muoia di inedia nel tempo, ma sia anche di utile fruizione per il 2019. Anche tutto questo sarà “economia positiva” per Matera e la nostra regione.
Il sito? Forse l’area del campo sportivo, centrale per la città e di proprietà comunale.
Il campo sportivo? Aggregato a strutture esistenti in zona periferica, con l’idea di un centro sportivo integrato che non guardi strabicamente solo al calcio, ma anche alle discipline di atletica e ai numerosi sport di palestra. Occasione, quindi, per ridisegnare anche la città, con qualche intervento di “pesante chirurgia” urbanistica.
La gestione? Un commissario per ogni realizzazione, con pieni poteri e correlata unica responsabilità amministrativa e penale.
Ora è il momento dell’azione sinergica del pubblico e del privato.
Possiamo cominciare dal teatro: si può, si può.
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