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POTENZA – Pale eoliche, «faccendieri rumeni», e una «società di fatto» con l’amico funzionario della Regione.
C’è anche una pista sugli «affari in comune nel settore delle energie da fonti rinnovabili» tra quelle seguite dagli investigatori della mobile del capoluogo, che per mesi sono stati alle calcagna dell’imprenditore Leonardo Mecca e di Dionigi “Dino” Pastore, il potente economo di via Verrastro.
«Domani viene pure l’ingegnere per… per le pale eoliche». Spiega in un’intercettazione l’imprenditore al figlio, dove per «ingegnere» andrebbe inteso Pastore. «Ah! Ha detto: “No, sono interessato”».
Agli atti c’è anche una conversazione captata dalle microspie nell’auto di Mecca in cui si sentirebbe la voce dello stesso Pastore.
L’oggetto della discussione sarebbe stata la necessità di «muoversi» anche in riferimento a una non meglio precisata «pala».
«Quasi che i due formassero una vera e propria società di fatto». Commentano gli investatori.
«Dobbiamo pigliare questi soldi». Insiste Pastore.
«Ohui, ma che… poi alla fine se sono cento… 250… pure sono 120mila euro all’anno». Gli replica Mecca. «Al mese… sono pure una decina di mila euro al mese (…) No, tanti sono. E sono… e sono fessi? Che casso andiamo trovando? (ride,ndr) Meh… è una paga di un mezzo ministro. Uaglio’, se va in porto… tanto non è che rischiamo assai (…) Eh, però puoi anche perdere i soldi, però… se non risichi non rosichi».
La questione per la polizia è chiara. «Dalle conversazioni acquisite si è ricavato che Dionigi Pastore e Leonardo Mecca si stavano adoperando al fine di presentare alla Regione Basilicata un progetto per l’installazione di pale eoliche. A tal fine Pastore si è persino recato in Romania (spese di viaggio in parte pagate da Mecca) per incontrare presumibili “faccendieri” ed ottenere il finanziamento per il progetto innanzi citato».
Nell’affare secongo gli investigatori sarebbe stato interessato anche un «tale Cosimo De Angelis che avrebbe assolto la funzione di mediatore».
A marzo dell’anno scorso le cimici nell’auto di Mecca hanno registrato anche i propositi dei due “soci” per quel viaggio sul Mar Nero.
«Se c’è sugo, perché se non c’è il sugo abbiamo perso… (ride) un viaggio a lui, vaffanculo. Però se le cose vanno decidiamo: “Uaglio’ mica tutto una volta. Poco alla volta”. E glieli diamo, perché è giusto».
Dove per sugo s’intendono i soldi dei certificati verdi, i ricchi incentivi per le energia rinnovabile su cui i due “soci” volevano mettere le mani.
l.amato@luedi.it
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