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POTENZA – Avrebbe perseguitato per mesi i colleghi con messaggi anonimi pieni di minacce, e croci incise sulle pareti all’ingresso della redazione e sull’auto del direttore responsabile del “suo” giornale, Basilicata24. Stesso trattamento, croci e messaggi d’intimidazione, riservato anche per se stesso.
E’ indagato per simulazione di reato, danneggiamento e stalking Michele Finizio, direttore editoriale della testata lucana.
Per il pm Annagloria Piccininni ci sarebbe stato lui dietro agli episodi denunciati più volte negli scorsi mesi, anche pubblicamente, in particolare dalla direttrice: Giusi Cavallo. Di qui si sono mossi gli agenti della Squadra mobile di Potenza, che nei giorni scorsi si sono presentati all’ingresso della redazione del giornale e a casa di Finizio con un decreto di perquisizione.
A darne notizia è stato lo stesso sito di Basilicata24, a distanza di una settimana in cui non n’è trapelato nulla, con un articolo di solidarietà della presunta vittima al suo presunto persecutore.
Giusi Cavallo parla in prima persona plurale quindi a nome di tutto il giornale, di un’azione «violenta» degli investigatori, di poliziotti che bloccano il lavoro di redazione e di «intercettazioni ambientali» di giornalisti e fonti confidenziali.
Più che un attentato alla libertà di stampa quella che tratteggia sembra una vera e propria ritorsione per un libro scritto a quattro mani con Finizio su un caso giudiziario di cui proprio la dottoressa Piccininni si è occupata a lungo («Proprio lei che nel libro “Sia fatta ingiustizia” (…) viene accusata di negligenze, superficialità e anomalie»). Sempre assieme ad alcuni agenti della mobile («Qualcuno di loro è citato in quelle pagine, ma di certo non per essere encomiato»). Per questo si spinge a chiedere perché il pm non si sia sentito in obbligo di astenersi («Se qualcuno ha indagato o sta indagando sulle minacce che abbiamo subìto in questi mesi ci faccia sapere come mai inseguirebbe noi e non i veri delinquenti»).
«Si sappia che abbiamo fatto le nostre indagini, che abbiamo ipotizzato cose gravi, e gli ultimi accadimenti sembrano confermarlo». Insiste la direttrice di Basilicata24, citando altre «gravi intimidazioni», che questa volta avrebbero raggiunto l’avvocato di Finizio soltanto pochi giorni dopo la sua nomina («Racconteremo tutto al momento opportuno»).
In più aggiunge che anche lei è stata sentita dagli investigatori il giorno «blitz», come persona informata sui fatti, ma avrebbe voluto farsi assistere lo stesso da un avvocato. Quindi attacca il magistrato che «prima di avviare la fonoregistrazione» le avrebbe rivolto un monito, che a suo avviso sarebbe stato «psicologicamente intimidatorio».
«Lei non è indagata, ma se non dice la verità sarà indagata». Queste le parole del pm riferite dalla giornalista che risponde con durezza: «Quale verità, quella che avrebbe voluto sentire? Non mi intimoriscono certi metodi inquirenti. Gli ambienti nebulosi e ambigui di questa città e di questa regione, i protagonisti del malaffare, sia io che il mio giornale li abbiamo sempre denunciati e continueremo a farlo».
Durante l’interrogatorio la direttrice di Basilicata24 spiega che le sarebbe stata mostrata anche una «specie di “prova”» delle accuse nei confronti di Finizio, di cui comunque non si dice preoccupata. Lei e i suoi colleghi giornalisti sarebbero piuttosto «inquietati» dalle sue possibili manipolazioni («Non sarebbe la prima volta»).
Si tratta di un video che ritrae Finizio nel parcheggio sotto la redazione, lontano da occhi indiscreti, mentre compie un giro completo attorno all’auto della direttrice, e sembra piegarsi puntando qualcosa con la mano sulle fiancate.
Più tardi quello stesso giorno Giusi Cavallo è andata a denunciare la comparsa di altre croci sulla sua auto che si troverebbero proprio in corrispondenza dei punti su cui si era soffermato Finizio.
Soltanto poche ore prima il caso delle minacce a Basilicata24 era finito anche sul Tg1, con un ampio servizio dedicato alla difficoltà di fare informazione. Nei mesi scorsi solidarietà ai cronisti della testata era stata espressa anche dal presidente della Regione Marcello Pittella, da Assostampa e dall’Ordine dei giornalisti.
l.amato@luedi.it
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