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A UNDICI anni dalla misteriosa scomparsa il Tribunale di Aosta ha dichiarato la morte presunta di Erika Ansermin, la ragazza aostana di origini coreane di cui non si hanno più notizie dal giorno di Pasqua del 2003. All’epoca ventisettenne, la giovane era stata vista l’ultima volta al Blockbuster di Saint-Christophe, alle porte di Aosta. Era diretta a Courmayeur per il pranzo pasquale, ma le sue tracce si persero ad Avise, dove venne trovata la sua auto, una Panda verde. La decisione dei giudici – una sentenza che accoglie la richiesta di un anno fa della madre, Carla Lazanio – risale alle scorse settimane ed è stata confermat da uno degli avvocati della famiglia, Stefano Castrale del foro di Torino.
La scomparsa di Erika è un enigma per il quale gli inquirenti hanno battuto le piste più diverse. Dalle ricerche nel torrente Dora Baltea, vicino al quale fu trovata l’auto della donna, alla rincorsa delle segnalazioni di avvistamenti anche fuori dall’Italia. Tutto senza esito. Così come anche le ipotesi di collegamento con Danilo Restivo e l’omicidio di Elisa Claps, e la più recente “pista turca” relativa a due trentenni che la ragazza aveva conosciuto durante un master in Inghilterra tra il 2001 e il 2002. Il fascicolo della Procura di Aosta è comunque tutt’ora aperto.
Nel 2006 una foto di Erika fu trovata proprio in Inghilterra nel pc di Daniele Restivo, condannato in primo e secondo grado a 30 anni di carcare per l’omicidio di Elisa Claps e condannato all’ergastolo per avere ucciso la sua vicina di casa Heather Barnett.
Quella foto ritrovata nel pc di Restivo poco dopo il ritrovamento del corpo di Elisa Claps nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, potrebbe essere stata semplicemente scaricata da internet o essere una sorta di “anello di congiunzione” tra la scomparsa di Erika e Danilo.
Il ritrovamento di quell’immagine portò la Procura di Aosta a riaprire il caso. A chiederlo fu la sorella di Erika, mossa dalla speranza, o forse meglio dallo sconcerto, che Danilo Restivo, all’epoca unico indagato per l’omicidio di Elisa Claps e della vicina Heather Barnett in Inghilterra, potesse essere il responsabile della scomparsa della sorella. Una voglia di verità giustificata oltretutto dal ritrovamento sul computer di Restivo di una foto di Erikat.
Erika, all’epoca della sua scomparsa aveva davanti a sè un futuro brillante, lavorava infatti in un’azienda di moda a Milano e spesso viaggiava per lavoro. La mattina di Pasqua del 2003 la ragazza uscì di casa salutando la sua famiglia. Aveva un appuntamento a Courmayeur con il fidanzato Christian Valentini, ma non ci arrivò mai. Successivamente venne ritrovata ad Avise la sua auto, una “Fiat Panda”, con dentro ancora la sua borsa, il cellulare e la giacca. Dettaglio importante il fatto che dopo tre giorni daNel frattempo Danilo Restivola sua scomparsa vennero recapitate alla famiglia, lasciandole nella cassetta della posta, le chiavi di casa della ragazza.
Prontissima la risposta della Procura che subito mobilitò i suoi uomini per approfondire nuovi eventuali indizi, ma che ci tiene a sottolineare che sono già stati fatti i dovuti controlli per scongiurare un collegamento tra la scomparsa di Erika e Danilo Restivo. Collegamento che, a parte quella foto, non ha avuto altri riscontri.
Nel frattempo Danilo Restivo è stato condannato all’ergastolo – sta scontando la pena in un carcere inglese di massima sicurezza – per l’omicidio della sua vicina di casa Heather Barnett ed è stato condannato – in primo e secondo grado – a 30 anni di carcere per avere ucciso Elisa Claps.
Restivo ha sempre negato di aver ucciso la studentessa potentina dichiarandosi innocente.
al.g.
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