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POTENZA – «Il vescovo prese lucciole per lanterne» quando parlò con Don Vagno il giorno dopo la scoperta del corpo di Elisa Claps nel sottotetto della Trinità.

Lo ha dichiarato ieri mattina di fronte al giudice Marina Rizzi Don Cesare Covino, uno dei sacerdoti più vicini ad Agostino Superbo che era con lui anche la mattina del 17 marzo del 2010 quando il giallo di Potenza è arrivato alla svolta.

Don Covino ha sostanzialmente confermato la versione di Superbo – sul ritrovamento dei resti di Elisa Claps nel corso dell’udienza del processo alle donne delle pulizie che si sta svolgendo nel capoluogo lucano. Ma ha parlato anche del disagio della curia per l’accaduto («da quattro anni non parliamo d’altro»). 

Il sacerdote ha anche spiegato di aver conosciuto Elisa all’inizio degli anni Novanta e di essere stato in viaggio col vescovo verso Satriano di Lucania, quando («verso le 10 di mattina») i sacerdoti ricevettero la telefonata dal viceparroco della Trinità, don Vagno.

«Non capimmo subito che si trattava di Elisa, anche se ci pensammo. Quando Vagno richiamò e ci disse che tutti lì parlavano di una certa Elisa eravamo già a Satriano allora chiesi al vescovo se dovessimo tornare a Potenza. Lui mi disse che a quel punto eravamo già arrivati e c’erano dieci persone che aspettavano. Per questo ci saremmo sbrigati. Così prima dell’una eravamo di nuovo a Potenza».

Ascoltato per circa un’ora, Don Covino ha ripercorso quei giorni (fino al 19 marzo) quando don Wagno parlò con lui e Superbo ammettendo di aver visto il corpo di Elisa prima del 17 marzo: «Ci disse di aver visto un “ucraino”, non riuscendo a pronunciare “cranio” nel suo italiano stentato», ha ricordato don Covino, ma solo il 19 marzo «scoprimmo che l’ucraino era in realtà un cranio» e «sbottammo, dicendo a Don Vagno di dire tutto alla Polizia», e anche nel precedente incontro, il 18 marzo, «il vescovo non aveva compreso l’accaduto».

All’inizio dell’udienza, la madre di Elisa, Filomena Iemma, ha parlato con don Covino, chiedendo al sacerdote di dire tutta la verità: «L’ho sempre fatto – ha risposto – e lo farò anche oggi».

La prossima udienza si svolgerà il 26 settembre per sentire – tra gli altri anche Don Ambrogio Atapka, il parroco della Trinità e alcuni dei tecnici che supervisionarono i lavori nel sottotetto della chiesa nel 1996, quando nessuno sembra essersi accorto della presenza del corpo nonostante le operazioni effettuate a distanza di pochi centimetri.

Ieri è stata sentita anche una collaboratrice dello studio legale Petrone che ha raccontato di aver parlato con una delle due donne delle pulizie il pomeriggio del 17 marzo del 2010.

Da lei avrebbe appreso che il cadavere nel sottotetto era di Elisa Claps mentre erano ancora in corso i primi sopralluoghi, perché erano stati trovati «gli occhiali, una catenina d’oro e una maglia e una sciarpa bianca».  Dettagli che soltanto chi era stato lassù poteva confermare. 

l.amato@luedi.it

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