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L’AMMINISTRATORE delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, ha visitato a sorpresa lo stabilimento di Melfi dove si produrrà la Jeep Renegade. Marchionne ha incontrato i dirigenti della fabbrica in un incontro che è durato un paio di ore e che ha confermato il ruolo e l’importanza strategica nelle idee di Fiat della fabbrica lucana.
Nello stabilimento è già partita la produzione delle pre-serie della nuova auto, con l’avvio della produzione vera e propria atteso fra alcune settimane. Dopo l’estate, a Melfi partirà la produzione della 500X, che sarà presentata a ottobre al Salone di Parigi.
SVILUPPI FUTURI – Mentre Marchionne era a Melfi, il cda ha riapprovato i risultati del primo trimestre 2014 con una modifica contabile di una parte dell’acquisizione del 41,5% di Chrysler: un’operazione tecnica legata alla presentazione della documentazione alla Sec, senza «alcun effetto sulla cassa, nè sull’ammontare del patrimonio netto del Gruppo». La data della nascita di Fca è finalmente ufficiale: il primo agosto a Torino si terrà l’assemblea straordinaria della Fiat, l’ultima in Italia dopo 115 anni di storia dell’azienda, che darà il via libera alla fusione con Chrysler e allo spostamento della sede in Olanda. Entro fine ottobre la nuova società, che sarà quotata anche sul mercato telematico della Borsa italiana, sbarcherà a Wall Street. Due giorni prima dell’assemblea, il 30 luglio, si terrà a Torino anche l’ultimo consiglio di amministrazione per l’esame dei conti del primo semestre 2014 (in futuri saranno a Londra dove Fca avrà la sede fiscale). La convocazione dell’assemblea è arrivata nella tarda serata di mercoledì dopo l’ok della Sec, l’organismo di controllo della Borsa americana e chiude un percorso lungo cinque anni, iniziato nel 2009 quando è stato raggiunto l’accordo con la casa di Detroit. Dopo la fusione gli azionisti del Lingotto riceveranno un’azione ordinaria di Fca per ogni Fiat ordinaria posseduta. Chi non vorrà partecipare potrà esercitare il diritto di recesso e avrà 7,727 euro per ogni azione, con un esborso che per la società non dovrà superare i 500 milioni di euro.
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