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Sovraffollamento e carenza di personale penitenziario: preoccupa la situazione delle carceri lucane. Maggiori difficoltà negli istituti detentivi di Matera e Melfi, va meglio in quello di Potenza. L’europarlamentare Gemma presenta l’interrogazione alla Commissione Ue
«Il sovraffollamento delle carceri e la carenza di personale penitenziario è un problema che compromette i diritti dei detenuti e incide sulla qualità del lavoro degli agenti penitenziari». Delle molteplici problematiche, di cui si sta già occupando il governo Meloni, si è interessata anche l’onorevole Chiara Gemma, eurodeputata Fratelli d’Italia della circoscrizione del Sud e della Basilicata.
L’onorevole ha presentato un’interrogazione in cui ha chiesto alla Commissione Ue di chiarire quali iniziative concrete ritiene che potrebbero intraprendere gli Stati membri affinché il sovraffollamento dei detenuti e la carenza di personale nelle carceri italiane non vadano a ledere le condizioni detentive soprattutto di donne, pazienti psichiatrici e categorie fragili.
Sovraffollamento nelle carceri di Matera e Melfi
«La situazione – ha riferito – è difficile da molti anni in tutte le regioni italiane e anche in Basilicata. Stando agli ultimi dati, le tre carceri lucane potrebbero ospitare un massimo di 378 detenuti, mentre i presenti sono 442. Le difficoltà maggiori si registrano nelle case circondariali di Matera e Melfi. Equilibrata la situazione nell’istituto detentivo di Potenza».
«Oltre a questo, c’è il problema, altrettanto diffuso e grave, in particolare nella struttura penitenziaria Potenza, dell’insufficienza di personale. Secondo i dati del rapporto ‘Space I’ del consiglio d’Europa, – ha spiegato – il tasso ufficiale di sovraffollamento delle carceri europee è del 107,4 %. Questa situazione, unitamente al problema endemico della carenza di personale, causa un generale declino del benessere degli agenti penitenziari».
«Non esistono misure di armonizzazione che stabiliscano norme minime per le condizioni di detenzione a livello dell’Ue, in quanto materia di competenza esclusiva degli Stati membri. Le cattive condizioni di detenzione generano gravi problematiche che incidono sui valori e i principi fondamentali dell’Ue alla base della cooperazione giudiziaria in materia penale».
«Anche alla luce del fatto che il Consiglio d’Europa ha emanato raccomandazioni per il reclutamento, la selezione, la formazione e lo sviluppo del personale penitenziario e di libertà vigilata, al fine di salvaguardare i diritti e le libertà fondamentali nei luoghi di detenzione (Linee guida del Consiglio d’Europa, 2019), – ha concluso l’on. Gemma nell’interrogazione – si chiede alla Commissione Ue di esprimersi sulle questioni poste”.
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