Franco Carlomagno
1 minuto per la letturaPOTENZA – Aveva il controllo su tutti gli appalti pubblici e privati, grazie all’intercessione del clan Schettino, che poi otteneva la sua fetta di torta. Sono precise e circostanziate, le accuse della Direzione distrettuale antimafia di Potenza nei confronti dell’imprenditore scanzanese Franco Carlomagno, arrestato lo scorso 3 marzo con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Con lui in manette è finito anche Carlo Fattorini, anch’egli di Scanzano, ritenuto una sorta di faccendiere e prestanome, per eludere le limitazioni a cui era stato sottoposto Carlomagno nei suoi affari.
Chi non sottostava alle sue condizioni, veniva minacciato in stile mafioso, come il titolare dell’azienda Cosmet, a cui Carlomagno voleva imporre i suoi servizi. Evidentemente l’uomo si è rifiutato, così il capo clan Gerardo Schettino, gli ha fatto allestire un altarino con tanto di lumini sul cantiere.
Il risultato è stato che l’impresa di Carlomagno ha ottenuto l’appalto e la società di vigilanza di Schettino il servizio di sorveglianza. Questo è il clima di intimidazioni ricostruito dalla Dda a Scanzano Jonico.
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