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Le magliette realizzate dagli uomini in occasione della manifestazione

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POTENZA – Dove sono gli uomini? Mentre viene uccisa una donna al giorno, dove sono gli uomini? E’ a questa provocazione che «ognuno di noi, in momenti diversi, ha voluto rispondere. Siamo compagni, mariti, fratelli e padri. E siamo stanchi di sentirci in qualche modo accomunati a chi toglie la vita a una donna perché non è in grado di accettare che lei sia libera. Il 2021 poi è iniziato con ben tre femminicidi in sole 24 ore, non possiamo più restare in silenzio».

E’ un cambio di prospettiva quello proposto da Tony Rischio (noto dj potentino) che, con un gruppo di uomini del capoluogo, sabato scorso in piazza Sedile, ha fatto sentire per la prima volta la voce di chi non riesce ad accettare che venga uccisa una donna al giorno, che ci si debba ancora difendere da un marito violento o da uno stalker. Una prima manifestazione, poche ore prima di entrare in zona rossa, che non sarà però l’ultima. Perché «la violenza contro le donne non può essere un problema femminile, è un problema degli uomini, un problema di cultura che deve coinvolgere tutti, soprattutto noi. Sappiamo che anche nei nostri paesi gli episodi di violenza sono ancora tanti ed è arrivato il momento di dire basta».

«Ci ha accomunato la vergogna – continua – la rabbia. Viviamo in un mondo che è sempre stato governato e dominato dagli uomini: non è stato fatto un buon lavoro se questa è la situazione in cui cui ci troviamo, è un fallimento. E’ forse arrivato il momento di farci da parte, di pensare a un cambio di passo».
Una posizione che ha raccolto centinaia di attestazioni di stima sui social – da dove la mobilitazione è partita – un po’ meno sulla piazza reale, dove a manifestare con una maglietta rossa con la scritta “Ora basta! Io ci sono”, c’erano all’incirca una ventina di persone. «Poco male – dice Tony Rischio – noi abbiamo lanciato il sasso: poteva essere un’onda o uno tsunami, qualcosa si è mosso e noi abbiamo intenzione di far crescere questa piccola onda».

In campo già due nuove iniziative: «Vogliamo creare, insieme al gruppo di base – Piero Calò, Vito Colella, Rocco Quaratino e Rocco Mazzola – una pagina social su questo tema: una prima idea che proporremo è un flash mob virtuale, in cui ogni uomo pubblicherà la propria foto con sotto la scritta “Io sono una donna”. E poi, cosa più concreta, pensiamo di regalare a un gruppo limitato di donne, un corso di autodifesa personale. Perché va bene la denuncia, ma forse è anche il momento di imparare a difendersi».

Le iniziative – ci tiene a specificarlo Tony Rischio – vogliono tenersi lontane da qualsiasi strumentalizzazione politica, non ci interessa affatto. Il tema della violenza sulle donne non può essere che trasversale, non è né di destra né di sinistra, se queste categorie hanno ancora un senso. E ci è dispiaciuto dover constatare come alcuni si siano sentiti in imbarazzo a manifestare con noi per questo motivo. Noi riteniamo che questa questione riguardi tutti, è una battaglia culturale, non di una parte politica. Proviamo a superare il provincialismo che rende tutto una lotta fra fazioni, questa è una battaglia comune».

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