Vittorio Iacovacci
2 minuti per la letturaPOTENZA – Vittorio Iacovacci, il carabiniere rimasto ucciso nell’attentato di lunedì in Congo, aveva un legame speciale con la Basilicata. Il militare dell’Arma era infatti fidanzato con Domenica Benedetto, una ragazza di 28 anni originaria di Genzano di Lucania.
I due, pur non avendo ancora fissato una data, presto avrebbero convolato a nozze ma il loro sogno di trascorrere insieme il resto della vita si è drammaticamente infranto. La 28enne si è trasferita da pochi mesi a Roma dove svolge la professione di dentista. Proprio nella Capitale ieri Domenica ha atteso la salma del suo fidanzato insieme ai familiari del 30enne.
Ha definito il suo promesso sposo un ragazzo sempre gentile e disponibile con il prossimo. Un giovane uomo profondamente attaccato alla vita e al suo lavoro. La coppia si era conosciuta a Firenze sei anni fa e ben presto era nato un grande amore. La distanza non aveva scalfito il rapporto ma, anzi, per quanto possibile lo aveva rinsaldato.
Riuscivano a parlare ogni giorno, si erano sentiti anche la mattina di lunedì poche ore prima dell’attentato. Una chiacchierata in cui il carabiniere aveva accennato alla visita per ispezionare il programma di distribuzione di cibo nelle scuole. Nessuno dei due poteva immaginare che quella sarebbe stata la loro ultima telefonata e che il destino li avrebbe inesorabilmente e tragicamente divisi.
Iacovacci spesso si recava a Genzano di Lucania per far visita alla fidanzata ed era molto legato al paese. La sua passione per la caccia si coniugava inoltre alla perfezione con l’area bradanica. Un feeling immediato che lo fece ben presto sentire un lucano d’adozione.
L’intera comunità ha accolto con grandezza tristezza e commozione la notizia della tragica scomparsa del carabiniere e ha espresso vicinanza alla ragazza. Molti amici lucani hanno evidenziato la bontà e la nobiltà d’animo di Iacovacci ponendo l’accento in particolare sul lavoro che il giovane militare dell’Arma svolgeva nel Paese africano. Non un semplice lavoro ma una missione, in cui Vittorio credeva intensamente, a sostegno di una popolazione martoriata.
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