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“EVERSIVI gli attacchi alla stampa”: meno male che in questo delicato momento storico al Quirinale c’è una personalità di alto profilo morale, politico e di rispetto dei valori democratici e di civiltà. Speriamo, per il bene di tutti, che questa riflessione del capo dello stato diventi un momento di crescita e che la classe politica faccia un passo avanti sul piano del rispetto e della maturità.

Noi del Quotidiano da giorni e giorni siamo obiettivo di insolenze, malignità gratuite, falsità e minacce subdole solo perché il collega Leo Amato ha il brutto vizio di raccontare i fatti, di stare sulle notizie, di rendere conto di quello che accade: un cronista che con i suoi pezzi rende noti retroscena imbarazzanti, accordi, compromessi, paccottiglie di spartizioni miserevoli di una politica terra terra. Il presidente Mattarella con le sue parole ci rincuora, ci fa sentire meno soli in una realtà dove l’affarismo, clientele, interessi personali predominano sul bene comune.

Per certi esponenti che si autoproclamano democratici, progressisti è normale martellare tutti i giorni un professionista solo perché in silenzio e con abnegazione riferisce fatti e cose all’opinione pubblica. Durante questa campagna di odio squadrista, con i picchiatori psicologici scatenati per conto terzi, al giornale non è arrivata una riga di precisazione su una notizia, una smentita, una lettera di chiarimento su un episodio contestato. Silenzio assoluto, avanti sono stati mandati i guardaspalle, come facevano i latifondisti del sud del passato in odore di mafia o le mezzetacche in camicia nera. Mai un confronto in campo aperto, secondo le regole del vivere civile, il rispetto dei codici della democrazia. Solo offese, insulti, parole diffamatorie e scritti e titoli dal sapore intimidatorio.

Speriamo che il concetto spiegato così bene dal presidente Mattarella possa essere anche in Basilicata oggetto di meditazione e indurre a un cambio di atteggiamento. Speriamo che lo si possa fare anche in questo clima di assalto alla diligenza del potere di una città. E speriamo anche che qualcuno apra gli occhi: se i postiglioni tengono il sacco ai banditi qualche domanda lo sceriffo dovrebbe pur farsela, se non altro per capire perché passeggeri e bagagli non sono stati tutelati come legge comanda. Ma forse per capire meglio bisognerà aspettare la spartizione del bottino.

r. m.

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