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Parte del denaro sequestrato

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«CIRCA due anni fa ho conosciuto un ragazzo che mi diceva di chiamarsi Domenico Setara. Stesso nome e cognome che usa anche nel profilo Facebook e con lo stesso ho lavorato qualche giornata svuotando cantine e soffitte».
E’ iniziato così il racconto davanti agli uomini della Squadra mobile di Potenza del 23enne che ha dato il “la” alle indagini sui giri di droga dei 13 raggiunti dall’ordinanza di misure cautelari eseguita ieri mattina tra il capoluogo, Avigliano ed Altamura.

Agli investigatori il giovane potentino ha raccontato di aver conosciuto tale “Setara”, che in realtà sarebbe stato un nome di copertura utilizzato da Claudio Lapenna (da ieri ai domiciliari).

«Dopo circa due mesi da questa conoscenza, Domenico un giorno mi propose di acquistare insieme un chilogrammo di marijuana da un suo amico che solo una settimana fa ho appreso essere tale Pasquale Giorgio, persona che io conoscevo solo di nome». Così prosegue il racconto del 23enne.

«Per tale acquisto dovevamo impegnare entrambi la somma di euro 1000 a testa e poi dividerci il guadagno. Credo che tale richiesta Domenico ma la fece poiché sapevo che io ogni tanto mi fumavo una canna mentre lui no. Io non avendo disponibile lo somma di euro 1.000 da investire per il sopracitato acquisto dissi a Domenico che li metteva solo lui e con la vendita avremmo prima pagato il debito di acquisto, poi si sarebbe preso le 1.000 euro lui e il resto lo avremmo diviso. Effettivamente Domenico così fece e acquistò 1 chilo di marijuana, me la mostrò e per i primi giorni la nascose in un garage a fianco alla sua abitazione, luogo dove me la mostrò la prima volta. Dopo circa una settimana, di sera, Domenico mi disse che avrebbe nascosto la sopracitata droga in mezzo alle macchine parcheggiate nel piazzale di Morlino soccorso stradale ubicato all’inizio del quartiere denominato Serpentone, mentre era chiuso, all’insaputa del proprietario (…) Io successivamente dovevo andare a prenderla e portarmela a casa per poi venderla. Cosa che io non feci, prima perché privo di auto e secondo perché avevo paura di essere fermato e pertanto gli dissi che non ero andato e che non volevo fare questa cosa. Aggiungo che lui mi disse che aveva paura di portarmela a casa perché era già stato arrestato per altri motivi e voleva evitare di essere nuovamente arrestato per la droga che non aveva mai trattato». Dunque, niente di fatto.

Ma dopo un mese dall’epilogo delle discussioni su quel chilo di marijuana, il giovane potentino ha dichiarato di aver rivisto Domenico-Lapenna che gli disse «che questa storia della droga finiva lì, lui non voleva più incontrarmi e io dovevo dimenticare di averlo mai incontrato». Lapenna non avrebbe dato segni di assenso nemmeno all’offerta del 23enne di svuotare cantine gratis per pagargli quel debito, solo che a breve distanza in sua vece di sarebbe presentato Pasquale Giorgio, «che io conoscevo, ma solo la nominata, come persona che spesso era stato in galera e che non era raccomandabile».

«Mi disse che io dovevo risanare il danno che aveva fatto con Domenico e che lui si trovava lì per conto di Domenico, il quale era molto arrabbiato con me e che non mi valeva vedere poiché se mi prendeva mi avrebbe portato al fiume (intesa come minaccia di morte)». Così prosegue il racconto del giovane.

«Inoltre mi disse di procurargli almeno mille euro entro le ore 18.30 poiché doveva darglieli a sua volta ad un tipo che veniva da fuori. Mi precisò che se lui non dava i saldi a questo tizio avrebbe preso delle botte dallo steso e poi si sarebbe rivalsa su di me. Pertanto, io intimorito andai da mia nonna e mi feci dare euro 1000 e l ‘ho subito richiamato e ci siamo visti davanti al distributore Agip situato sulla Basentana direzione Salerno. Sul posto Pasquale era in compagnia di un altro ragazzo che io non conoscevo che non ha visto materialmente quando io ho dato i soldi a Pasquale e se ne è andato nella macchina che avevano parcheggiato sotto il ponte che va a Rossellino. Nell’occasione Pasquale mi disse se avevo bisogno di protezione da parte sua e se volevo farmi un giro con lui sopra Potenza per farmi vedere in sua compagnia per evitare che qualcuno potesse farmi qualcosa. A tale proposta io non accettai».
A questo punto infatti, il giovane avrebbe capito di essere sotto estorsione. Quindi ha deciso di rivolgersi alla polizia.

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