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Partecipazione e governance. I commissari che hanno scelto Matera capitale della cultura hanno apprezzato questo. La partecipazione dei materani e, via via, di tutta la Basilicata, a una grande scommessa di futuro. Noi siamo un po’ off, oggi. Grande è la stanchezza per l’emozione, la gioia per un risultato straordinario costruito con convinzione, strategia intelligente e molta semplicità. Una bandiera, una camminata, una partita di basket, quotidiane abitudini aperte a tutti. Gli uomini e le donne che si riappropriano del tempo e della loro città. Ricordo la lezione di un sindaco donna di un’altra città del Sud quando diceva: la cultura sarà il nostro ponte, la nostra autostrada. Cioè lo stare insieme ed accogliere, accogliere la diversità che diventa ricchezza. La festa di Matera è la sua piazza in collegamento con quella di Potenza, mai visti tanti potentini a Matera, il miracolo spontaneo di una regione finalmente unita sotto un’unica bandiera di felicità. Per un giorno – e che sia il primo giorno – abbiamo visto amministratori e cittadini finalmente insieme a gioire di un risultato raggiunto grazie alla collaborazione di tutti. Ognuno ha fatto la sua parte, mentre crescevano le spillette messe sulle giacche e le bandiere sui balconi. Straordinario l’impegno economico della Regione (ieri i primi osservatori economici stimavano l’impatto economico sul territorio in circa 30 milioni di euro), intelligente la politica del sindaco Adduce che ha fatto gioco di squadra, affidandosi a mani esperte, sempre al passo con gli altri e mai in solitario protagonismo, inossidabile il lavoro di Verri (ricordate come iniziammo? Ma quando guadagna Verri?), futurista la creatività di Grima. Lo ricordo qui in redazione quando disse: non vi aspettate un tir per i concerti, il titolo di capitale della cultura è un processo di crescita della città. Che passa per tutte le polemiche che inevitabilmente hanno accompagnato e accompagneranno i prossimi mesi, perchè è la vita dell’uomo che è fatta così, di bellezza e rimorso, di desiderio e malinconia, di divisioni e ricongiungimento. Impagabile il lavoro dei tanti volontari che sono riusciti a creare entusiasmo durante il cammino.
Cosa ci aspetta nei prossimi anni? Noi abbiamo provato a immaginarlo con un giornale del futuro datato 8 ottobre 2020. Questo è il piccolo, grande segreto che finalmemte posso svelare. All’indomani della visita dei commissari a Matera, dopo la strepitosa accoglienza della città, abbiamo provato, insieme alla fatica e alla collaborazione del comitato Matera2019 che ringrazio (tutti uno per uno), a immaginare la città del futuro. Un gioco ma fino a un certo punto. I commissari hanno trovato questo giornale in camera l’indomani mattina, a colazione. Mi piace pensare che abbia portato fortuna. Scaramanticamente l’abbiamo tenuto nascosto, domenica sarà per tutti voi. Ecco, la sfida del futuro è mettersi in gioco, provare a cambiare, non avere paura di quello che possiamo fare. Come la piccola edizione straordinaria stampata in fretta ieri sera e portata di corsa dalla tipografia a Matera, il nostro omaggio a una città da amare, un ricordo per un momento insostituibile della nostra storia. Volevano cancellare la provincia di Matera, poi abbiamo avuto paura che potessero cancellare la Basilicata. Oggi siamo una capitale. L’Italia è a Matera, qui, al Sud dove aspettiamo tutta l’Europa e il resto del mondo. Ci aspettano mille incontri. Siamo solo all’inizio. Oggi però siamo un po’ stanchi, c’è solo spazio per le buone notizie. Speriamo che il virus dilaghi. Auguri.

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