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Ha dovuto nascondersi dietro una tenda, nella sala conferenze alle porte di Bruxelles, dove aveva appena terminato il suo intervento davanti al ministro della cultura belga in occasione dell’inaugurazione di un progetto che aveva curato.
«E’ stato surreale». 

Il direttore artistico di Matera 2019, Joseph Grima, ha usato questo escamotage per poter telefonare e inviare messaggi di risposta alla notizia che gli era appena arrivata sulla scelta di Matera.

 
Distante migliaia di chilometri solo fisicamente, ammette che non ha mai smesso di guardare il suo cellulare nell’attesa spasmodica della decisione della commissione.
Oggi, a 24 ore dalla storica proclamazione spiega: «Questo è solo l’inizio, la parte più difficile deve ancora venire e questa è la ragione per cui tutto questo mi rallegra e mi commuove. Non è solo il piacere della nomina – precisa – ma anche la convinzione che Matera può dare tutto ciò che ha promesso, questo straordinario programma può diventare realtà». 

Le ragioni per cui ha vinto la proposta della città dei Sassi, per Grima, vanno ricercate: «In una combinazione di cose diverse. Da una parte il territorio, la città e i cittadini hanno contribuito e poi anche il momento storico che fa assumere ad alcuni luoghi una particolare risonanza. Adesso era quello di Matera. Tutti coloro che hanno lavorato nel team non hanno lasciato nulla al caso. E’ stata importante anche la dedizione assoluta delle migliaia di persone che hanno lavorato in questi anni». Al suo arrivo a Matera, era questo l’obiettivo che si attendeva? «Non mi sarei mai permesso di aspettarmelo, ma credevo profondamente che potessimo riuscirci. La mia intuizione, dunque, era corretta».

Il direttore artistico da oggi è di nuovo a Matera, con qualche ora di ritardo a causa degli orari dei voli per Bari, ma il calendario è già piuttosto chiaro: «Dovremo capire come mettere in atto subito questo programma, prevedendo una notevole espansione del team perchè servono competenze diverse». Le politiche culturale saranno il nodo centrale del futuro? “Costruiremo un fortissimo team nella fondazione per realizzare tutto ciò che avevamo previsto e scritto nel dossier. Possiamo fare un ottimo lavoro, bisogna solo prendersi un po’ di tempo per non fare nulla di corsa, il team dovrà essere internazionale e radicato nel territorio. Sarà un lavoro duro».

a.ciervo@luedi.it

 

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