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MERCURE – Firmato l’accordo di compensazione ambientale in merito alla centrale del Mercure. Ieri pomeriggio a Roma sottoscritto il sì all’intesa tra Enel, le Regioni Calabria e Basilicata, l’Ente Parco del Pollino, Cgil Cisl e Uil di Basilicata e Calabria e i Comuni di Laino Borgo, Mormanno, Laino Castello, Papasidero, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore e Lauria. Restano fuori (in tutti i sensi) i comuni di Rotonda e Viggianello da sempre contrari all’attivazione della centrale. L’accordo prevede misure di compensazione per rafforzare i meccanismi di tutela ambientale e di salvaguardia della salute e sostenere iniziative infrastrutturali in favore delle comunità locali, agricole e turistiche nell’Area del Parco. Nell’intesa si da cenno anche a specifici stanziamenti finalizzati a rafforzare l’impiego degli attuali lavoratori agricoli forestali per la manutenzione e lo sviluppo boschivo. Sul versante occupazionale, Enel che già stima in circa 150 le unità attualmente impiegate per la gestione della Centrale, si è impegnata al rafforzamento dell’organico per un numero non inferiore a 30 unità privilegiando, a tal fine, le fasce di lavoro giovanile disponibili nell’ambito territoriale dei Comuni della Valle del Mercure. Sull’accordo il Segretario Generale della Cisl Basilicata Falotico non ha nascosto la soddisfazione per il risultato raggiunto «dopo anni di lavoro orientato, soprattutto, a fronteggiare le resistenze più svariate che nel tempo si sono frapposte all’insediamento produttivo più importante di un’area marginale della nostra regione». Sulla vicenda sono intervenuti anche i sindaci di Rotonda, Rocco Bruno e quello di Viggianello, Vincenzo Corraro: «Il dato più rilevante della vicenda, ad oggi, – spiegano i due – è che la centrale rimane chiusa e che l’iter istruito in sede locale conferma il parere tenico negativo del parco e la tenacia delle popolazioni e delle amministrazioni locali. Anche se è stato chiesto un rinvio al consiglio di stato ribadiamo con forza che la battaglia va avanti anche a Roma. Al Mise e al presidente Renzi abbiamo fornito elementi che danno il reale spessore della vicenda: rischi concreti per la salute (per cui è stata chiesta una Vis), di infiltrazioni malavitose nell’affare delle biomasse, il criterio illeggittimo delle compensazioni. Indigna che venga ratificato un accordo sulla pelle dei cittadini di Rotonda e Viggianello, le comunità più prossime all’impianto, e che i rispettivi sindaci non siano stati nè convocati e né fatti entrare».

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