2 minuti per la lettura
MONTALBANO JONICO – Non una domenica qualunque, quella appena trascorsa a Montalbano Jonico che, dalla prima mattinata, ha accolto una èquipe di studiosi internazionali, giunti per visitare la sezione stratigrafica dei calanchi.
Il “Golden spike” (Chiodo d’oro), riconoscimento sperato che potrebbe suggellare, in via definitiva, l’importanza e l’unicità del geosito dei calanchi montalbanesi per lo studio del pleistocene medio, rilevantissimo ai fini dei caratteri geologici e, di conseguenza, di straordinaria importanza scientifica, oltre che paesaggistica.
Sabato mattina, l’avvio dei lavori presso l’Università di Bari che si concluderanno a Montalbano Jonico, presso l’aula magna dell’Istituto magistrale, mercoledì prossimo, alla presenza di esperti che già ieri mattina hanno fatto la loro prima escursione sul sito, provenienti da varie parti del mondo: Canada, Giappone, Francia, Inghilterra e Stati Uniti, e a cui si uniscono esperti italiani, provenienti da Siena, Bologna, Firenze, Padova, Bari e da quest’ultima, il docente di Geologia dell’Università, Neri Ciaranfi, amante dei calanchi di Montalbano che ha avuto modo di scoprirli diversi anni fa e di promuoverne il valore, accompagnato da altro esperto geologo, sempre dell’Università di Bari, ma di Montalbano, Salvatore Gallicchio che tanto sta profondendo per la causa.
I lavori sono seguiti, passo dopo passo, dal sindaco, Vincenzo Devincenzis che, dopo essere stato a Bari, sabato mattina, ieri ha accompagnato gli esperti nell’escursione. Del resto, il titolo è molto ambìto per la città jonica che, da anni, sta puntando sulla valorizzazione del patrimonio naturale che è di importanza straordinaria come pochi al mondo se ne vedono e che adesso comincia a prendere piede. Il 2016, ha preannunciato il sindaco, potrebbe essere l’anno decisivo e di svolta per i calanchi montalbanesi ed è qualcosa di rilevante straordinarietà, non secondario al concorso in atto per Matera 2019.
Coinvolte nell’iniziativa, anche le due associazioni ambientaliste del posto: Legambiente (il Cea Calanchi) e l’associazione “Terra dei calanchi”, nata proprio per la promozione del geosito. Attesa, dunque, fra i cittadini di Montalbano, per anni ignari del grande patrimonio scientifico di cui sono detentori, ma ben consapevoli del patrimonio storico che i calanchi conservano, su vicende che se non sono millenarie come il pleistocene medio, hanno però la giusta età, per segnare la storia di quelle che furono, aree prescelte nel periodo stigmatizzato come brigantaggio e le vie privilegiate, nella più recente superata, civiltà contadina.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA