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SI muore ancora di lavoro, in Basilicata e in Italia, anche se negli ultimi quattro anni si è registrato un calo significativo di infortuni e decessi, forse per la crisi che riduce le opportunità professionali, o per l’importante opera di formazione, condotta in scuole e aziende, da istituzioni ed associazioni.
Se ne è parlato ieri mattina, nel corso della celebrazione della 64° Giornata nazionale dedicata alle vittime di incidenti sul lavoro, promossa dall’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro), rappresentata nel Materano da Mario Pompeo Iannuzziello (nella foto a destra con il prefetto Pizzi). A lui il compito di aprire i lavori, con gli interventi del sindaco di Matera, Salvatore Adduce, del presidente uscente della Provincia, Franco Stella e del prefetto Luigi Pizzi.
L’iniziativa si muove sotto l’alto patronato Patronato del presidente della Repubblica. Era presente anche Irma Flavia Pia Delicio, responsabile Inail di Matera e Mario Murgia dell’Associazione esposti all’amianto.
Rispetto al 2009, in Basilicata gli infortuni sul lavoro sono scesi da 5.920 a 3.946 nel 2013, con infortuni mortali passati da 13 a 7. L’insidia delle malattie professionali, invece, è passata da 421 (169 a Matera) denunce nel 2009 a 742 (206 a Matera) nel 2013, segno tangibile che il vento sta cambiando, insieme con la recrudescenza di questo drammatico epilogo della vita lavorativa.
Dati confortanti anche secondo il presidente Iannuzziello, che ha rimarcato anche il capitolo degli indennizzi per danno biologico, rispetto ai quali non è ancora stato adottato un meccanismo di rivalutazione annuale automatico (a differenza di tutte le altre prestazioni sociali). Poi ha parlato del reinserimento lavorativo, che rende necessaria una riconsiderazione della normativa in materia di collocamento al lavoro delle persone con disabilità che consenta una concreta possibilità di occupazione. E la previsione dell’insegnamento della sicurezza e della prevenzione per i giovani all’interno dei percorsi didattici obbligatori e, «per questo -ha detto- da oltre 15 anni, l’Anmil è presente nelle scuole con i propri volontari, vittime del lavoro che raccontano agli studenti le storie di infortunio vissute, quali “Testimonial della sicurezza”. Stando alle statistiche Inail sul fenomeno infortunistico relative al 2013, a livello nazionale c’è stato un calo complessivo di circa 52mila infortuni (pari a -7,8%) passando da circa 657.000 casi denunciati nel 2012 a 605.000 nel 2013. Mentre si è avuta una crescita delle malattie professionali aumentate di ben 5.173 unità, passando dalle 46.161 patologie denunciate nel 2012 alle 51.334 nel 2013 (+11,2%). «Lavoro, salario e salute -ha detto Iannuzziello- sono diritti inviolabili del cittadino; dal 1948, la prevenzione ha fatto passi da gigante, seppure i dati siano falsati dal galoppare del lavoro nero. Registriamo, comunque, una grande sensibilità delle aziende rispetto alla prevenzione. Il costo sociale degli infortuni sul lavoro è di circa 30 miliardi l’anno, la buona notizia è che nella Legge di stabilità il governo Renzi ha previsto 4,8 miliardi in forma di incentivo con premi Inail alle aziende più virtuose».
Il vice minnistro Bubbico ha ringraziato l’Anmil per il ruolo che svolge, rilevando i grandi passi avanti fatti in materia di cultura della sicurezza: «In Basilicata -ha detto Bubbico- c’è anche il problema delle malattie professionali invalidanti, questo significa che c’è da fare un ulteriore salto di qualità per la sicurezza sul lavoro, vista anche come opportunità per rendere le aziende più competitive. La sicurezza delle aziende dipende molto anche dalla formazione dei lavoratori». Il prefetto Pizzi ha rimarcato il ruolo e le iniziative dell’Osservatorio provinciale, con l’opera fattiva delle forze dell’ordine nella prevenzione, oltre ai progetti di sensibilizzazione nelle scuole. Il presidente Stella, al suo ultimo discorso pubblico in questa veste, ha incassato il plauso e l’apprezzamento del prefetto per la collaborazione, sottolineando che lui continuerà ad essere a disposizione della sua terra e della società materana , «molti infortuni non vengono denunciati per paura degli imprenditori, poi ci sono i decreti legislativi in materia di sicurezza -ha rimarcato- che sono ancora privi di decreti attuativi. Questa è la prossima sfida da affrontare».
Al termine della giornata sono stati consegnati gli attestati ai Grandi invalidi, insigniti del brevetto e del “Distitivo d’onore”, che sono: Giuseppe Tralli (Grande invalido), Giuseppe Leone, Gino Verardo, Pietro Castellano, Cosimo Damiano Gravela, Teresa Addorata Manta e Giuseppe Sabbatini, tutti invalidi minori.
Poi le targhe ai soci Anmil insigniti di benemerenze: Francesco Paolo Venezia, Nunzio Vincenzo Paolicelli e Francesco Paolo De Bellis.
a.corrado@luedi.it
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