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«SAREMO capitale della cultura venerdì prossimo, non ne ho dubbi. Ci sarà poi in quel momento da continuare un percorso e fare le scelte giuste. Come dire una volta fatta la capitale bisognerà farsi i capitolini».
Saverio Acito parla così con il “Quotidiano” della realtà di Matera ad un passo dal verdetto sulla capitale della cultura 2019.
«Noi stiamo completando un percorso che nel tempo ci aveva portato ad una legge nel 1986, la 771, sui Sassi e sulla sua riqualificazione, poi al secondo programma biennale del 1988, all’ingresso del patrimonio Unesco nel 93 e oggi si arriva a completare questo tipo di percorso con la capitale della cultura che ho condiviso nell’Amministrazione Buccico e sposato nella campagna elettorale del 2010». Acito descrive la crescita della città, i suoi diversi passaggi, la maturazione e la consapevolezza di essere arrivati ad un punto di svolta: «non ho dubbi che Matera vinca e diventi capitale della cultura, sono preoccupato per il dopo, per la necessità di dare una visione politica del futuro, di rilanciare l’idea di una città murgiana che comprenda l’intero territorio non solo materano ma anche murgiano».
Non mancano anche qualche accenno polemico nelle parole di Saverio Acito che ricorda come «purtroppo non sono riuscito ad essere ascoltato malgrado avessi messo al centro del mio programma Matera 2019 mentre altri ci spendevano solo poche righe. Non sono nemmeno riuscito a far entrare nel Comitato Scientifico Nicola Buccico e questo è un fatto di cui mi rammarico.
Dopo la decisione di venerdì l’attenzione sarà quella di capire come riusciremo ad utilizzare le risorse, se saremo capaci di individuare i soggetti e le professionalità, di sfruttare al meglio quelle presenti sul territorio, di andare davvero oltre le semplici logiche dell’appartenenza politica. La vera sfida per la città comincerà proprio in quel momento. Io voglio ricordare che nella mia presenza in Consiglio comunale abbiamo trascorso molto tempo a parlare di Tangenziale e metropolitana e oggi scopriamo che il Dea, che io proponevo e di cui c’era giàè sutdio di fattibilità, è al centro del dossier di canddidatura che abbiamo proposto.
Io credo che adesso dovremo ascoltare e utilizzare al meglio i contributi, i migliori contributi senza farci condizionare dall’appartenenza, senza vedere da dove arrivano.
Questa città ha fatto un percorso naturale che la porta oggi ad attendere questo risultato. Se non dovesse andare bene? Al momento è un ipotesi che non prendo in considerazione, ragionando per assurdo dico che questo è un processo che non ferma ma non si potrà fare come alla festa della Bruna dove ci sono 10 protagonisti e 100.000 osservatori. Qui dovremo essere tutti quanti protagonisti.
Matera ha dimostrato» conclude Acito, «di essere all’altezza del compito e adeguata a rappresentare l’Italia. Influenze politiche? Non le temo, noi dovremo lavorare e dare dignità a tutta quanta la città dal centro alla periferia».

p.quarto@luedi.it

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