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POTENZA – Bisognerà attendere ancora qualche giorno. Fino all’inizio della prossima settimana almeno, per capire se il servizio mensa potrà ripartire in tutti gli istituti scolastici del Capoluogo di regione.
Quest’anno, ed è la sola certezza per adesso, il Comune di Potenza non potrà investire, in questa direzione, un solo euro. Le mense scolastiche, insomma, se dipendesse dal bilancio comunale resterebbero inattive.
Alla luce di questo dato, conseguente alle dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dal sindaco De Luca, Multiservice (la società cooperativa appaltatrice del servizio mensa ndr) e istituti scolastici hanno deciso di provare a stipulare un accordo da cui l’ente comunale venga completamente tagliato fuori, con tutto ciò che una scelta simile comporta.
La ditta appaltatrice, attraverso il suo amministratore, Mario Bonavoglia, ha già ascoltato i responsabili dei circa venti istituti coinvolti provando a sensibilizzare i dirigenti sull’importanza di attivare al più presto il servizio pasti. Ora, allo stato dell’arte, si attendono più che le risposte dei singoli plessi, quelle dei genitori degli alunni, chiamati “a metter mano al portafogli”.
Lasciando infatti fuori dagli accordi il Comune, non ci sarà più dichiarazione Isee che regga. Ossia nessuna variazione di costo per garantire un “pasto asciutto” ai propri figli a seconda del reddito posseduto.
«Verrà chiesta una cifra standard per tutti – ha spiegato in proposito Bonavoglia – senza più alcuna differenziazione perchè questo era un aspetto prettamente comunale».
Fino allo scorso anno, infatti, era il Comune a sopperire alla differenza di costo generata dal pagamento di una retta più bassa calcolata sulla base della fascia di reddito. «Ora – ha continuato l’amministratore di Multiservice interpellato sulla vicenda – non può più essere così, venendo meno l’apporto economico del Pubblico».
Questo potrebbe però voler significare una riduzione delle domande. Se durante lo scorso anno scolastico hanno fatto richiesta di adesione al servizio mensa scolastica 1.900 famiglie, ora le cose potrebbero cambiare, «basti pensare – ha sottolineato Bonavoglia – a quanti, magari monorredito, non possono davvero permettersi il pagamento della retta».
Per evitare quanto più possibile che questo accada si è pensato, spiegano da Multiservice, di rimodulare il menu differenziandolo in base alla tipologia di scuola frequentata. Insomma, i bambini della scuola dell’Infanzia potrebbero avere un menu differente da quello dei loro compagni della scuola primaria e secondaria di primo grado.
«Questo – ha concluso Bonavoglia – ci permetterebbe anche di abbassare i costi».
Non si pensi, però, di arrivare ad una cifra di due euro e cinquanta centesimi giornalieri per pasto, come ventilato da qualcuno, «ci terremo al di sotto – ha spiegato l’amministratore di Multiservice – dei cinque euro e settanta centesimi dello scorso anno ma offriremo sempre cibi di qualità. Pertanto scendere al di sotto di una certa cifra è impossibile».
L’apertura delle mense scolastiche significherebbe maggiore garanzia e tranquillità non solo per le famiglie degli alunni ma anche per le settanta unità, attualmente ferme, impiegate nel comparto. Questo blocco, infatti, ha ripercussioni economiche fortissime su tutti i lavoratori della Multiservice (oltre che sui docenti nominati ma impossibilitati a prendere servizio) che, con le ultime dichiarazioni del sindaco De Luca, sono caduti nello sconforto più totale tanto da richiedere già un incontro con le forze sindacali per capire le azioni da intraprendere qualora l’accordo tra Multiservice ed istituti scolastici non dovesse andare a buon fine.
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