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SI intitola “Volevo i blue jeans” la mostra che sarà inaugurata il prossimo 11 ottobre, alle 18.30, nella Pinacoteca provinciale. “Volevo i blue jeans”, ideata e curata dalla designer Marisa Santopietro, ha come obiettivo quello di dare nuova vita al design. Il titolo della mostra deve il nome alla celebre canzone interpretata dal Quartetto Cetra “Sei piccolo per i blue jeans”, brano caro al padre della designer e fonte di ispirazione per una delle opere in mostra nonché al jeans come stoffa sempre di tendenza e dai molteplici usi. Alla presentazione insieme alla designer Marisa Santopietro, ideatrice della mostra, interverranno: Andreina Serena Romano, blogger e ricercatrice, che si occuperà di moderare gli interventi; Maria Cristina Caricati, dirigente dell’Ufficio affari istituzionali, cultura e istruzione della Provincia di Potenza; Simona Lopardo, storica dell’arte e Dalia Gallico, architetta, presidente del corso di laurea “Moda e design” dell’Università San Raffaele di Roma, già a capo di alcuni importantissimi progetti di design e architettura, come lo studio di riorganizzazione del Castello Sforzesco e i progetti preliminari della città della Moda di Milano; membro attivo dell’associazione designer italiana e di altri importanti comitati scientifici. Si tratta di un percorso nel design riletto in un’ottica di sostenibilità. La mostra nasce dall’intuizione dell’ interior designer Marisa Santopietro che negli anni ha saputo sommare le sue conoscenze nel campo del design al sapere artigianale del padre falegname, e utilizza la tecnica del restyling creativo per regalare nuova identità e dignità a mobili o complementi di arredo, che spesso giacciono inutilizzati in cantine o soffitte. La designer rivisita gli oggetti esistenti senza stravolgerli, spesso senza neanche cambiare la destinazione d’uso del mobile “che fu”, senza causare una “rottura” consistente, ma regalando nuova vita ed un miglioramento funzionale. Sostiene Marisa Santopietro «Parafrasando e adattando il principio di Lavoiser al mio lavoro si potrebbe dire: tutto si crea, qualcosa si distrugge, tutto si trasforma» aggiungendo che «il restyling è un’esperienza intima e personale: e i visitatori rivivranno con me la “rinascita” degli oggetti. Lavoriamo insieme per dar loro un posizionamento e collocarli all’interno degli spazi abitativi già esistenti». Da qui l’idea della mostra-evento “Volevo i blue jeans”, un’esposizione di trenta pezzi unici realizzati dalla designer, ma anche un momento per raccontare, come il mobile può diventare simbolo di cambiamento e pur mantenendo un’allure vintage, acquisire la freschezza e la grinta urbana. Un appuntamento che vuole essere il punto di partenza per l’apertura di un dibattito in città sull’idea di restyling, di architettura e sulle nuove forme di design. La mostra resterà aperta fino al prossimo 8 novembre.
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