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«IL CENTRO DI accoglienza di Palazzo San Gervasio è stato chiuso nel 2010 e, per una sorta di eterogenesi dei fini, è divenuto un CIE, vale a dire un centro di detenzione di fatto per gli irregolari. Da allora la situazione nelle campagne di Boreano è divenuta una sorta di emergenza dell’emergenza con i lavoratori stranieri costretti in condizioni penose nei casali diroccati e privi di servizi minimi». E’ quanto scrive in una nota Maria Murante, coordinatrice regionale SeL Basilicata, e che fa il paio con la visita fatta ieri mattina dai consiglieri regionali Giannino Romaniello (Sel) e Achille Spada (Pd)
«La Regione Basilicata – dice la Murante – con l’ausilio della Provincia e delle associazioni di volontariato, ha provato a monitorare il fenomeno e a procedere con interventi di riduzione del danno. Gli interventi di quest’anno e l’istituzione della task force regionale sembrano andare nella direzione di raccogliere le indicazioni offerte dall’esperienza di questi quattro anni passati e di imboccare una strada di fuoriuscita da un “medioevo” fatto di schiavitù, irregolarità e caporalato. Le liste di prenotazione e l’azione di concerto con istituzioni, sindacati e parti datoriali, oltre alle risorse messe a disposizione anche per gli anni a venire, sembrano un passo verso la giusta direzione. Molto manca ancora e il Consiglio Regionale potrebbe approvare in fretta una legge sull’emersione del lavoro nero in agricoltura che presupponga la predisposizione e l’applicazione di indici.
VERIFICA – Romaniello e Spada ieri mattina hanno fatto un giro nell’area industriale di Melfi e nelle campagne del lavellese al fine di acquisire elementi e dati diretti sulla situazione dei servizi nell’area, dove a giudizio di alcuni lavoratori vi sono criticitá ed inefficienze.
«Abbiamo potuto verificare la veridicitá delle denunce fatte, compreso il fatto che nelle attivitá in agricoltura permangono condizioni di lavoro pesanti a partire da quelle svolte dagli immigrati. Di ritorno ci siamo recati al centro di accoglienza per gli immigrati in allestimento a Venosa dove a richiesta fatta ad alcune persone della Croce Rossa non ci è stato consentito nè di parlare con un responsabile nè di visitare il centro. Un atteggiamento incomprensibile, considerato che la finalitá della regione con la istitizione della Task – Force é quella di garantire condizioni umane ai lavoratori togliendoli dalle grinfie dei caporali.
Pensiamo che i centri di accoglienza devono essere aperti a tutti quelli che hanno ruoli istituzionali, compreso sindaci e consiglieri comunali, oltre che alle associazioni di volontariato ed a quelle sindacali tutte riconosciute con l’unico e solo obiettivo di meglio garantire i diritti delle persone.
Alla luce di quanto sopra, ci faremo promotori delle necessarie iniziative finalizzate a rimuovere ogni dubbio sulla finalitá della realizzazione dei centri, sulla necessitá della massima trasparenza nella loro gestione, ma nello stesso tempo esercitare i nostri diritti e le nostre prerogative di consiglieri regionali», è scritto in una nota.
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