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Ci sono tanti modi per sostenere una sfida. Emilio Nicola Buccico sceglie il migliore: quello dello sguardo di un uomo innamorato della propria città.
“Sono convinto che Matera vincerà questa la corsa per diventare capitale europea della cultura – dice, ricordando che questa candidatura nacque nel 2008 all’epoca in cui di questa città era sindaco. Era il 2008
“Pensammo subito che bisognava mettere in campo la politica culturale come strumento per individuare l’identità della nostra città. La candidatura di Matera nacque perchè eravamo convinti che questa città non fosse straordinaria solo per il suo passato, per la morfologia e il tessuto urbanistico, ma fosse addirittura unica. Matera era un ponte verso i popoli che oggi si affacciano nel nostro Mediterraneo e per questo un collegamento verso i valori della cultura europea, con un allargamento dei confini, una emancipazione per questo luogo dalla sua caratteristica di capitale della civiltà contadina. Su questa candidatura trovammo grandissima condivisione”.
Oggi, a poche ore dalla visita della commissione giudicatrice, Buccico partecipa come materano. “Vivo con grande trepidazione questo momento – spiega – non per essere stato il sindaco che ha lanciato la candidatura, ma perchè credo nei valori che la straordinarietà e la unicità possono trasmettere nella universalità. Tifo per la mia città e sono convinto che Matera, indipendentemente da ciò che si è fatto possa e debba diventare la capitale della cultura europea nel 2019. L’aura positiva che accompagna la città, come confermano i riscontri che verifico durante i miei viaggi, possa essere la carta vincente”.
La città, intanto, si sta trasformando.
“E’ un passaggio che si può leggere sotto diverse angolazioni: la prima è quella che è avvenuta nel Novecento quando si è presa coscienza del problema dei Sassi, li ha rimossi trasformandoli in una nuova identità e nello stesso tempo ne ha riscoperto la radice antica. Leggendo quello che è stato scritto da Giuralongo sul ripopolamento dei sassi, da Sarra sulla storia della civita, si rende conto che la Matera nuova è il proseguimento dell’anima antica che albergava nei Sassi. Quanto all’aspetto fisico di Matera che cambia, l’imbellettamento a cui assistiamo in questi giorni, vorrei da materano che diventi non il vestito della festa ma la normalità della vita quotidiana”.
Il ruolo che, nel frattempo, sta ampliando il suo raggio d’azione, pone la città in una posizione di grande rilievo. Non si rischia di farne un luogo folcloristico? “Dobbiamo evitare che Matera si trasformi in una città-cartolina ma tutto quello che sta avvenendo, può arricchire. Penso che, dopo che Matera sarà diventata capitale della cultura europea, dovrà necessariamente aprire un ricco e nuovo dibattito sulla città per implementare e arricchire la proposta contenuta nell’attuale dossier. Le forze della città dovranno partecipare a questo movimento”.
Direttamente legato a questa fase storica è l’appuntamento elettorale a cui i materani saranno chiamati fra qualche mese per eleggere il nuovo assetto amministrativo della città che potrebbe essere chiamato a gestire una capitale europea della cultura.
“Vivo questa vicenda con occhi di grande serenità e distacco intellettuale, quasi storicizzando la vita della città per le mie numerose esperienze pubbliche. Il problema delle classi dirigenti e è molto importante, sopratutto se superiamo la sfida del 2019. se dovessi lanciare una proposta in questa direzione, vorrei che ci fosse una candidatura all’altezza dei tempi, mettiamo un intelletuale vero, un borghese indomito alla guida della città: Raffaello De Ruggieri.
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