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RIONERO – Sul piede di guerra il Comitato cittadino “Servizi e Disservizi”, che ha invitato la comunità rionerese a partecipare in massa al consiglio comunale, convocato per questa mattina alle ore 9 presso l’auditorium del Centro Sociale “P.Sacco” per approvare le tariffe sui servizi indivisibili, la cosiddetta  “Tasi” già decise e approvate con delibera di giunta numero 214 dell’8/09/2014. E ovviamente, dopo l’uscita del Movimento 5 Stelle che chiede le dimissioni del sindaco gli animi cominciano a scaldarsi sul dibattito.

«Inutile dire – sostiene il comitato in un volantino fatto circolare in città – che tanto per pulirsi la coscienza due giorni prima che scadessero i termini per l’approvazione delle tariffe della nuova tassa il comitato cittadino e altre organizzazioni sindacali e di categoria siamo stati invitati ad una riunione nella quale ci è stato comunicato senza possibilità di appello il nuovo pacchetto tariffario 2014. In quella occasione infatti ci è stata rifilata la solita cantilena (lo Stato ci obbliga al patto di stabilità, per cui non ci consente di spendere soldi e fare investimenti, non avendo altre risorse a cui attingere per forza di cose al minor trasferimento di risorse dello Stato nei confronti del Comune siamo obbligati a farli pagare ai cittadini), quindi, tradotto alla paesana “o vi mangiate questa minestra o vi buttate per la finestra».

Il Comitato cittadino naturalmente non ci sta perché sottolinea nel foglietto «questa amministrazione alla pari del governo centrale escludendo qualsiasi forma di confronto e dibattito in merito alle sempre più frequenti problematiche che ci attanagliano, sta mettendo ai cittadini di questa comunità l’asta alla gola per decretarne la morte definitiva».

Il comitato cittadino “Servizi e Disservizi” così conclude nel suo volantino: «E’ bene sapere che altri amministratori di paesi della stessa consistenza abitativa, quali Melfi, Lavello, Venosa, in merito alla “Tasi”, a differenza dei nostri, hanno deliberato anche se in forme diverse le detrazioni e le esenzioni cercando di limitare i danni nei confronti dei loro concittadini che a causa di questa lunga crisi dove la disoccupazione impera, si trovano a dover fare i conti per la sopravvivenza in questa giungla di tassazione.

E noi stiamo a guardare. Possibile che questa comunità un tempo dinamica, attiva e combattiva, fiera di essere protagonista nel territorio è diventata oggi apatica e sonnacchiosa come a dire “tanto le cose non cambiano”.

Noi non la pensiamo così è ora di svegliarsi e di far sentire la propria voce, è ora di ribellarsi e dire basta a questo modo di fare che mortifica le coscienze e le persone di questa comunità».

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