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«MA come, stiamo a Potenza e dobbiamo arrivare a Chiaromonte per l’estrazione di un dente?». Quando le danno questa notizia la signora Emilia (è di fantasia solo il suo nome) rimane sbalordita: deve prenotare un’estrazione per suo marito, che è cardiopatico. «Siamo sempre andati al San Carlo – racconta – ma una quindicina di giorni fa ho chiamato e mi hanno detto che non è più possibile, perchè il servizio ambulatoriale dentistico è chiuso. E sono 15 giorni che non faccio che telefonate per cercare di trovare una soluzione. Mi hanno risposto che devo rivolgermi all’ospedale di Chiaromonte».
La segnalazione – già fatta anche al Tribunale dei diritti del Malato – non è l’unica. E fa emergere quello che è un problema concreto quando si parla di sanità. Ci sono soggetti, infatti, per i quali anche una semplice estrazione diventa un enorme problema. Cardiopatici, diabetici, soggetti con handicap: tirare un dente in questi casi potrebbe avere delle conseguenze anche serie. Ed è necessaria, pertanto, la presenza di una sala operatoria. Solo che al San Carlo ora un dentista non c’è. C’era una convenzione ma, circa due anni fa, questo servizio è venuto meno. E per tanti pazienti sono iniziate le peregrinazioni.
Perchè in questi casi non si risolve semplicemente pagando: anche il dentista privato «ha delle grandi difficoltà. Ci sono colleghi che sono costretti a indirizzare i pazienti anche in strutture extra-regionali. I viaggi della speranza per una semplice estrazione». A parlare è Maurizio Capuano, presidente della Commissione Albo Odontoiatri di Potenza. Il problema lo conosce bene, «sono quattro anni che lavoro a un progetto regionale di Pronto soccorso odontoriatrico. Perchè la sanità pubblica non può continuare ad avere questa grave mancanza».
Non può essere possibile, per esempio, che in una struttura come il San Carlo di Potenza non si possa intervenire in questi casi, così come non si può intervenire se di notte arriva un paziente con la guancia gonfia a causa di un ascesso. E non è colpa del nosocomio: l’odontoiatria è considerata un lusso dal nostro sistema sanitario.
«In passato – continua Capuano – so di alcuni casi in cui i pazienti sono stati trattati da un Otorinolaringoiatra. Ma questo intervento non è legittimato dalla legge che, invece, prevede la presenza di un medico odontoiatra. E anche se sembra incredibile al San Carlo non esiste una sola figura di questo tipo al momento. E non dipende dal San Carlo. Un’anomalia del nostro sistema sanitario che questo progetto vuole correggere».
E il progetto (nella precedente legislazione sostenuto da Luca Braia, oggi portato avanti dal consigliere Luigi Bradascio) sembra arrivato alle fasi conclusive: «Il 30 settembre o il 7 ottobre dovrebbe essere approvato in giunta. In seconda Commissione sembra siano anche state trovate le risorse economiche necessarie. Quindi ora aspettiamo i tempi tecnici, dopodichè si tratterà di attivare subito il servizio. E così sarà possibile, per questi particolari soggetti, estrarre un dente a Potenza come a Melfi. L’attività dovrà essere svolta presso i presidi ospedalieri per acuti individuati da ciascuna Azienda sanitaria locale nel territorio di competenza. E la Basilicata si porrebbe così all’avanguardia in tutta Italia». E nel frattempo?
Nel frattempo c’è poco da fare: rivolgersi a Chiaromonte o, nei casi meno gravi, al “Madre Teresa di Calcutta”. Sperando che la politica concluda tutto in tempi rapidi.
a.giacummo@luedi.it
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