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Matera è Open Future. Non solo uno slogan per il dossier di candidatura ma una reale apertura alla conoscenza di progetti e programmi per il futuro e la cambiamento. Matera prova ad aprirsi alle proposte che arrivano dall’esterno anche a costo di ingenerare qualche malumore e qualche mugugno. Ma fa molto di più delle altre concorrenti se è vero come si legge in questi ultimi giorni che la città dei Sassi insieme a Perugia Assisi sono state le uniche a pubblicare il proprio bid book mentre gli altri preferiscono aspettare, attendere e non scoprire, a sè stessi ed in casa propria innanzitutto, tutte le carte che hanno da giocare.
Uno schema in qualche caso già conosciuto ma che apre a dubbi su un percorso di coinvolgimento e partecipazione che dovrebbe partire dal basso e che proprio in termini invece di modalità sembra fondato invece su scelte verticistiche non concordate e neanche pubblicizzate e raccontate all’esterno.
Capita così di leggere che «Lecce si trincera dietro la carta della strategia evitando di pubblicare il bid book numero 2, ma Siena non ha reso pubblico neanche il primo dossier di pre selezione – o almeno non prima di un mese fa» come spiegano nei giorni scorsi i colleghi del “Quotidiano di Puglia”.
«E tra le sei finaliste Lecce, Pisa, Matera, Siena, Perugia-Assisi e Cagliari, solo due città Matera e Perugia hanno scelto la via della trasparenza sfidando a carte scoperte le altre finaliste. Non lo vuole fare Lecce che renderà noto il dossier – da voci fondate – solo dopo la decisione finale della giuria».
Insomma qualcuno ha deciso, avendone la possibilità, di non giocare la partita a carte scoperte. Se però dall’Europa e dalla futura capitale della cultura ci si aspetta la capacità di riuscire a comunicare, coinvolgere, affascinare, incuriosire i cittadini che provengono da ogni parte d’Europa ed allora i segreti di un dossier potranno e dovranno risultare un vero e proprio boomerang. Un messaggio vero e proprio che certo non potrà essere l’elemento decisivo della sfida ma che non potrà e dovrà essere ignorato da coloro a cui spetta la decisione perchè coinvolgere e partecipare significa anche sfidare le ire e le possibili critiche di un territorio.
Matera in questo senso, con non poche critiche al suo interno e qualche elogio all’esterno, è riuscita certamente ad andare in questa importante direzione. Il 2019 è un obiettivo a portata di mano. Le sei città partono tutte da uno stesso punto ma Matera (e anche Perugia) ha aperto il loro progetto all’esterno, rischiando qualche problema e qualche critica ma confermando un principio che risiede nello slogan stesso della candidatura. “Open future”. Aperta al futuro ed alla conoscenza. Un segno distintivo da non trascurare.
p.quarto@luedi.it
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