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POLICORO – Avere la barba come modo di essere e concepirsi, non solo scelta estetica.
Qualcuno, non senza la giusta dose di ironia, ha preso sul serio tutto questo.
Il soggetto in questione è il Gruppo “Avere la barba”, da cui l’anno scorso è nato un manifesto breve ma incisivo, sottoscritto il 27 marzo 2013 dai fondatori Alessandro Toso, Claudio Traina e Diego Santi: «In un’Italia distrutta dalla crisi economica e sociale, l’ultima speranza per un giovane è avere la barba e un’idea. Noi cerchiamo delle persone che la pensino in maniera diversa, che credano ancora in questo paese e che vogliano renderlo migliore artisticamente, culturalmente, visivamente e musicalmente. Avere la barba non è una moda. La moda è un’illusione. Avere la barba è realtà».
Poiché, come si dice, “da cosa nasce cosa”, ogni inizio ha avuto un seguito: dall’associazione è nato un sito internet (averelabarba.it), dal sito l’idea di un libro, dal libro un originalissimo tour di interviste tra i barbuti di tutta Italia. Caso ha voluto che il tour passasse anche dalla costa jonica lucana, in una due-giorni tra Policoro e Nova Siri. A fare gli onori di casa due “barbuti indigeni”, Mario Vigorito e Pierlucio Ferrara. Il secondo è imprenditore agricolo nell’area collinare di Nova Siri, il primo curatore di immagine presso il suo noto salone a Policoro. Intervistati dai curatori del libro, i due hanno espresso le ragioni della loro scelta estetica e il loro “rapporto” con la barba. In particolare Pierlucio, come si legge sul sito dell’associazione, ha detto di concepirla «come un vero tatuaggio, una sorta di legame affettivo».
Mario, invece, ha dichiarato di portare la barba, «per anticonformismo e per protesta nei confronti del modello estetico metrosexual, (è lo stile di uomo completamente rasato che quasi rinuncia all’espressione della propria virilità)».
L’uomo con la barba gioca sulla sponda opposta, quella dell’espressione decisa della mascolinità. Una scelta concettuale, quella di Mario. Del resto, il “concetto” stesso della barba è divenuto uno spunto creativo per la propria attività, quasi un suo marchio di fabbrica. Alla barba affianca i tagli più di tendenza, come il “Razor Fader”, che struttura il taglio di capelli a partire dalla barba, e non viceversa. Nel suo studio c’è una sedia per uomo, realizzata con la cura estetica che lo contraddistingue, tra bottiglie di whisky, vecchie cere anni ‘20 (dei veri e propri cimeli) e immagini di uomo del secolo scorso. L’intento di Mario è proprio quello di incrociare le tendenze internazionali più in voga (si forma spesso all’estero, in particolare a Londra, vera patria dell’Hair Style) con il proprio gusto e le proprie passioni. L’incontro con “Avere la Barba” per lui era quasi inevitabile.
Adesso sarà una pagina del libro che il gruppo sta scrivendo, e che può essere contattato all’indirizzo info@averelabarba.it. Tutti i barbuti possono chiedere far parte del progetto. E, magari, scoprire anche loro scelta che il look è qualcosa di più di una semplice scelta.
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