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Però il coraggio è un’altra cosa. Il coraggio, da non confondere con l’eroismo o la follia, è una virtù che caratterizza chi osa sfidare il pericolo e si lancia in azioni pur sapendo di rischiare grosso. Rischia un soldato che affronta i nemici in campo aperto. Rischia a suo modo un domatore (se la bestia selvaggia ovviamente non è drogata). Ha coraggio chi scala la roccia a mani nude o chi si lancia da un aereo.
E per venire alle cose più semplici, ha coraggio una coppia che decide di fare una famiglia, avere dei figli, senza aspettare il posto fisso che magari non arriverà mai. Ha coraggio un operaio con tre figli quando decide di non arrendersi e continua a essere un buon padre nonostante i debiti e le incertezze del futuro.
Hanno coraggio certi imprenditori che investono i propri soldi restando nella propria terra. Hanno coraggio quei giovani che salutano gli amici di sempre e la famiglia per andare a vivere a 5 mila chilometri con tutte le mille incognite e con nella valigia solo il proprio talento e la propria professionalità.
Hanno coraggio quelle mamme che vedono i propri figli invecchiare senza un futuro eppure mantengono dignità e speranza.
Ma quale coraggio avrebbe un parlamentare che si autosospende (non dimesso) dal proprio partito conservando il suo status e lo stipendio da diverse migliaia di euro più benefit al mese? Autodimesso o no di fatto rimane uno degli uomini più potenti della Basilicata.
Si fosse dimesso dal Parlamento, lasciato la politica e iniziato un’altra carriera per dimostrare di non voler avere più nulla a che fare con un certo mondo allora sarebbe stato un atto di coraggio. Altrimenti può essere definito scaltro, sorprendente, strategico, deciso, coerente, abile, opportunista, maturo, esperto, visionario, decisionista e in mille altri modi. Ma coraggioso no. Non ce ne voglia Folino, ma il coraggio è un’altra cosa.
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