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L’EQUILIBRIO sensibile di Ferrosud potrebbe finalmente trovare la stabilità.
Il Ministero per lo Sviluppo economico entro le prossime due settimane deciderà come e se sbloccare l’opposizione sul concordato preventivo presentata da un’azienda creditrice.
Di questo si è parlato ieri a Roma nell’incontro che si è svolto al Mise e al quale hanno preso parte Cgil, Cisl, Uil, il sindaco di Matera Salvatore Adduce e il vice presidente della Provincia, Angelo Garbellano.
Proprio la loro presenza, in particolare, è stato motivo di orgoglio dei sindacati che hanno letto in questa scelta, la condivisione e il sostegno per un problema che riguarda 144 lavoratori per i quali tra poco scadrà la cassa integrazione.
Pesa, invece, l’assenza della Regione Basilicata giudicata un segnale negativo dai rappresentanti dei lavoratori.
«Per la prima volta – spiega il segretario generale della Cgil di Matera, Manuela Taratufolo – siamo andati al Mise non per concordare casse integrazioni, ma per chiedere che venisse sbloccata questa situazione assurda che mette in discussione le politiche di rilancio dell’azienda. I rappresentanti del Mise hanno preso atto della situazione, accolto tutte le nostre osservazioni e deciso di venirne a capo. Entro pochi giorni – prosegue – decideranno anche perchè il 20 ottobre scade la cassa integrazione dei lavoratori». Le fa eco Giuseppe Giannella della Fiom: «Per la prima volta ho giudicato positiva l’attenzione del ministero perchè, al di là dell’aspetto tecnico è importante per lo stabilimento e per i posti di lavoro in gioco che si possa rilanciare l’occupazione. Avremo l’attenzione che merita anche perchè il Mise avrebbe dovuto vigilare già quando ci fu la cessione da Ansaldo a Mancini».
La sensazione che qualcosa, finalmente, possa volgersi al meglio era palpabile anche se la prudenza è ancora d’obbligo.
«La riunione era interlocutoria – aggiunge il segretario generale della Cisl di Matera, Giuseppe Amatulli – ma abbiamo insistito affinchè il Mise prendesse atto del progetto industriale che darà continuità al territorio. Servono risposte immediate perchè il fattore tempo è fondamentale. Il sospetto- aggiunge – è che dietro l’opposizione si intravedano aspetti poco chiari che mettono in discussione l’operato dello stabilimento di Matera».
Franco Coppola, segretario genarale della Uil di Matera, prosegue: «Emerge chiaro che questa melina è incomprensibile per noi e per gli interessi del territorio. Bisogna trovare le condizioni di agibilità imprenditoriale. Il concordato è già stato condiviso dai creditori chiarisce – quindi ora è il momento di lavorare con serenità. Ci sono situazioni che non c’entrano niente con gli interessi veri del tertritorio. La variabile tempo è fondamentale – conferma anche il rappresentante della Uil, riferendosi alla scadenza del 20 ottobre.
Già nell’aprile scorso i lavoratori dello stabilimento di Jesce avevano chiesto la chiusura del concordato preventivo al commissario Antonio Casillo, che non lo aveva fatto.
Anche questo aspetto, come è emerso al termine della riunione di ieri, verrà preso in debita considerazione dal Mise che valuterà tutti gli aspetti per sbloccare la situazione.
«In ballo – spiegano i rapprsentanti delle tre sigle sindacali – non c’è solo il concordato preventivo ma anche il futuro investimento per altre assunzioni che potrebbe venire una volta messa a regime l’attività dello stabilimento di Jesce.
a.ciervo@luedi.it
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