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FERRANDINA – Si terrà oggi alle 19 nel salone parrocchiale della chiesa di San Giovanni Battista – Piazza Paolo VI il convegno dal titolo “Xylella fastidiosa – la prevenzione e il contenimento del complesso di disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRo)” organizzato dalla sezione zonale della Confagricoltura di Ferrandina in collaborazione con Coopolio Salento.
Xylella fastidiosa è un batterio che prolifera nei vasi xilematici delle piante (apparato conduttore della linfa grezza, ossia dell’acqua e dei soluti in essa disciolti), causandone l’occlusione e quindi una serie di alterazioni in grado di determinare anche la morte delle piante infette.
Tra le sintomatologie tipiche e più frequenti associate alle infezioni vi sono la bruscatura delle foglie (nota con il termine inglese “leaf scorching”), il ridotto accrescimento e il disseccamento dei rami e dei germogli.
Si tratta di un patogeno con un’ampia gamma di piante ospiti, oltre 150 specie vegetali se si sommano tutte le specie ospiti di ciascuno dei ceppi del batterio; esse comprendono specie coltivate di interesse agricolo (vite, agrumi, mandorlo, pero, pesco,), essenze forestali, ornamentali e spontanee (anche con infezioni latenti); queste ultime rappresentano in alcuni casi un importante “serbatoio di inoculo” del batterio.
Il batterio è un patogeno da quarantena inserito nella lista A1 dell’Eppo (European and Mediterranean Plant Protection Organization) e segnalato per la prima volta in Europa nella provincia di Lecce dove è presente in diverse zone. Prima del 2001, anno della comparsa nel Salento, la diffusione era confinata principalmente nel continente americano (Stati Uniti, Messico, Costa Rica, Brasile, Venezuela, Argentina e Perù), con più rare e delimitate segnalazioni in Asia (Taiwan).
In Puglia la presenza della Xylella fastidiosa allo stato attuale è confinata nella sola provincia di Lecce.
Xylella fastidiosa è un batterio fitopatogeno, xilematico e asporigeno, e la sua trasmissione non può avvenire mediante contatto o diffusione aerea, ma esclusivamente da insetti. Questi insetti vettori (in Italia sono Hemiptera Aphrophoridae) si nutrono succhiando la linfa dai vasi xilematici delle piante infette con l’apparato boccale pungente-succhiante. Con la linfa dei vasi legnosi gli insetti risucchiano anche i batteri che si fissano e si moltiplicano nel tratto iniziale del loro sistema digerente per essere re-iniettati nelle piante durante le successive alimentazioni.
Dopo aver acquisito il batterio nutrendosi da piante infette possono, infatti, spostarsi e nutrirsi su diverse specie vegetali (piante spontanee e coltivate), inoculando i batteri. Non tutte queste inoculazioni daranno luogo a infezioni; solo nel caso che la pianta ricevente sia suscettibile il batterio sarà in grado di moltiplicarsi e diffondersi, formando colonie che possono rimanere latenti nella pianta infetta ovvero indurre una malattia sintomatica.
Il periodo d’incubazione della malattia è di solito molto lungo (ma molto dipende dalla specie di pianta ospite) e può variare da qualche mese a un anno e talvolta anche più. In molti ospiti l’infezione può rimanere asintomatica. Ne deriva che in molti casi, ad esempio in vivaio, eventuali infezioni possono sfuggire, in tempi brevi, all’osservazione diretta e ciò facilita la propagazione della malattia con il materiale vegetale.
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