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POTENZA – «Quando abbiamo dovuto immaginare un titolo per questa esperienza, ci siamo detti che bisognava mettere insieme un senso di riscoperta e uno di ripartenza». Con tanto, tanto lavoro e mescolanza di energie collettive.
Per questo, racconta Gerardo Sassano, uno dei coordinatore del workshop che comincerà domani a Potenza, è nato Serpentone Reload. Un po’ come accade alle batterie, ai vecchi film, ai testi da rimaneggiare, anche un’esperienza sullo spazio può raccontare di una «rinascita».
È quello che il workshop #serpentonereload vuole fare in una settimana di lavoro intensivo a cui partecipano professionalità diverse e solo apparentemente distanti: sociologi, architetti, designer, ingegneri, fotografi, artisti impegnati a re-immaginare, con gli abitanti, il destino di un pezzetto del rione Cocuzzo. L’attenzione sarà concentrata su quella a Potenza tutti chiamano “La Nave”, un edificio ipogeo (rimasto incompleto), segnato da una storia conflittuale con la popolazione residente.
Si comincia oggi proprio con un percorso di condivisione tra professionisti e residenti. Appuntamento alle 9.30 nella piazza del Serpentone, con la presentazione del workshop e l’avvio di una passeggiata di quartiere che renderà protagonisti proprio gli abitanti, chiamati a guidare l’esplorazione. Alle 11.30 è prevista una sosta da U-Platz, lo spazio civico e teatrale di via Tirreno che sarà palcoscenico di “Al di là del mare/Cap.1, Una favola sulla costruzione di sogni impossibili” di Andrea Ciommiento, a cura di Gommalacca Teatro. Il pomeriggio, poi, sarà dedicato ai laboratori in aula (sede Auser) per una prima discussione su luoghi, partecipazione, comunità e identità. Il workshop continuerà per tutta la settimana (il programma è pubblicato sul sito serpentonereloaded.it) alternando momenti di studio e approfondimento a spazi di grande creatività dedicati anche ai più piccoli.
Il workshop è stato ideato da Giuseppe Biscaglia e Francesco Scaringi dell’associazione Basilicata 1799, con il Ceas Potenza. Sarà coordinato da Luca Catalavo e Annalisa Metta (Osa architettura e paesaggio, Roma), Maria Livia Olivetti (Lus, Roma) e Gerardo Sassano (WOP architettura e paesaggio). Nell’ambito del workshop è previsto un laboratorio di ricerca-azione che sarà a cura del gruppo Nur.
La scelta del luogo non è stata casuale: il Serpentone si porta dietro la necessità della rivalutazione, quella spinta d’orgoglio tipica delle periferie troppo a lungo dimenticate, considerate luoghi marginali. E che oggi, invece, diventano laboratori privilegiati di creatività e innovazione. Basta addentrarsi senza pregiudizio e con la giusta dose di accoglienza e sorpresa.
La sfida è proporre un modo diverso, condiviso, partecipato di ripensare quel luogo. E farlo a partire dalla spinta creativa delle professionalità selezionate con un bando pubblico e dal racconto degli abitanti che, in questa avventura, faranno da guida.
«Se lo spazio ha a che fare con l’abitare, se la funzione e la consuetudine devono esse centrali nel pensare i luoghi, la mescolanza di prospettive, saperi ed esperienze è il giusto – ne siamo sicuri – punto di vista collettivo da costruire. Il cittadino, poi, di quello spazio è depositario di segreti, necessità, cambiamenti».
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