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LA PARTITA dell’accoglienza è in pieno svolgimento. I primi dati sono più che incoraggianti. Sono state registrate – fino a ieri – circa 700 prenotazioni.
E se a Palazzo San Gervasio risultano già sistemati una ottantina di migranti (il dato è destinato a crescere giorno dopo giorno) si attende ora l’apertura prevista per lunedì – anche se è probabile uno slittamento di qualche giorno – di quello di Venosa.
E’ chiaro che il successo o meno del progetto dipende dalla “forza di attrazione” della struttura in via di allestimento nei pressi della stazione ferroviaria della città di Orazio. Nella zona di Boreano, giova ricordarlo, è concentrato il maggior numero di stagionali impegnati nella zona dell’Alto Bradano.
Accanto al dato sulle prenotazioni, ce n’è un altro da considerare in senso positivo: a ieri erano 1.350 le assunzioni (da chiarire che uno stesso stagionale può essere assunto per più di una volta) per la campagna del pomodoro.
Un particolare che va al di la delle più rosee previsioni.
Lo scorso anno, infatti, a metà ottobre (quando cioè la campagna era agli sgoccioli) le assunzioni erano state 1.125.
E’ chiaro che a parità del numero dei migranti presenti sul territorio (siamo in linea con le presenze dello scorso anno) si è di fronte a un dato da non sottovalutare e in controtendenza rispetto al passato: c’è più richiesta di manodopera attraverso le vie legali, significa cioè che diversi lavoratori sono stati strappati dalle maglie del caporalato.
Vuol dire che il lavoro di prevenzione e di informazione – anche con i produttori – sta dando, è il caso di dirlo, i primi significativi frutti.
Certo ancora è presto per stilare un bilancio, ma le premesse sono buone.
Chiaramente lo sforzo maggiore lo si farà nei prossimi giorni con l’apertura del campo di Venosa.
Bisognerà capire se chi si è prenotato nelle scorse settimane, poi effettivamente si sposterà da Boreano, alla zona industriale. Un problema non da poco.
Anche per questo negli ultimi giorni è aumentata sensibilmente l’opera di sensibilizzazione presso i migranti di Boreano.
Parlando con loro sono in molti a dire che non avranno problemi a spostarsi. Ma c’è chi, quelle zone, difficilmente le abbandonerà.
Basta fare qualche chilometro andando verso Palazzo San Gervasio.
A contrada Matinelle, infatti, nonostante l’apertura della struttura nell’ex tabacchificio, molti migranti hanno scelto di restare – almeno per il momento – nei casolari abbandonati.
Lì la situazione sembra migliore rispetto a Boreano.
Le parabole che spuntano dai casolari dicono che almeno l’elettricità arriva. Un problema in meno che certo non risolve nulla perchè l’acqua, la vera ricchezza per i migranti, continua a scarseggiare ed è garantita grazie ai volontari e alle amministrazioni comunali.
Volontari che continuano a garantire non solo l’approvvigionamento idrico, ma anche cibo, coperte e vestiti.
Forse la pioggia caduta nelle scorse settimane può giocare un ruolo importante nella scelta dei migranti. Se da una parte è “amica” degli stagionali perchè gli permette di lavorare nei campi al posto delle macchine, non si può dire la stessa cosa quando “escono” dal luogo di lavoro.
Le condizioni fatiscenti dei casolari e soprattutto di quelle strutture di cartone costruite per ripararsi risultano irrimediabilmente compromesse dopo il passaggio della pioggia.
Lo stato in cui versava Boreano a seguito del maltempo dei giorni scorsi, ne è l’esempio.
Le prossime settimane, dunque, saranno cruciali per capire se il lavoro fatto fin’ora dalla task force porterà i frutti sperati.
La sfida è quella di convincere gli stagionali a scegliere la strada che porta ai centri di accoglienza di Venosa e Palazzo San Gervasio.
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