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POTENZA – «Qui non ho né amici né parenti. Nessuno da coprire o da proteggere. Se queste persone hanno commesso del dolo, pagheranno fino all’ultimo danno provocato». E’ il commento finale del direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza Giampiero Maruggi alla conferenza stampa per raccontare dal suo punto di vista la terribile vicenda che a oggi, di certo, vede solo una donna non uscire più dalla sala operatoria dove era stata sottoposta a un intervento a cuore aperto. Un intervento che secondo il portale “Basilicata 24” ha troppe tinte fosche. Così tante che nel febbraio 2014 la Procura apre anche un’inchiesta. Ma non è a quel punto che la testata giornalistica viene a conoscenza del fatto e lo mette in piazza. Lo fa in questi giorni, dopo aver ricevuto una registrazione audio in cui presumibilmente due cardiochirurghi del San Carlo di Potenza si scambiano confidenze su un’operazione andata male.
«Ho lasciato ammazzare deliberatamente una persona… sono responsabile della morte di quella persona… dovrei andare ad autodenunciarmi, però verrei licenziato… il primario ha amicizie, coperture politiche, io no». E’ in sintesi il commento di uno dei due medici. La donna, sempre secondo la stessa testata, si chiama Elisa, ha 71 anni ed è stata sottoposta alla sostituzione della valvola aortica. Poi qualcosa va storto. La rottura della vena, il primario Marraudino che viene chiamato d’urgenza ed effettua il così detto clampaggio. Le condizioni della donna si aggravano, il primario decide di continuare a operare e di sostituire la valvola.
«Tanto poi puoi sempre dire che la donna è deceduta per complicanze dovute alla lacerazione e non all’intervento. Perché come fai a dimostrare una lacerazione se è morta», si sente ancora nell’audio pubblicato. La notizia nel giro di qualche giorno finisce su molte testate nazionali. Il commento del San Carlo arriva, puntuale, subito dopo la pubblicazione su Basilicata 24. Ieri, però, Maruggi sente l’esigenza di incontrare i giornalisti, «affinchè non si faccia sciacallaggio su un fatto grave ma su cui ancora bisogna fare chiarezza». Ed è quello che sta cercando di fare anche Maruggi. Immediati i provvedimenti dell’azienda ospedaliera. Primo fra tutti il provvedimento disciplinare a carico di chi ritiene aver pronunciato le parole che riporta l’audio. «Abbiamo riconosciuto il timbro di voce e pertanto abbiamo disposto la sospensione fino a 30 giorni come previsto da contratto per atteggiamento omissivo e per aver usato un fatto così grave come ricatto». Così, mentre l’assessore Franconi annuncia l’istituzione di una commissione d’inchiesta per «conoscere l’esatto accadimento dei fatti», la direzione sanitaria ha avviato una propria attività ispettiva con professionisti interni che consegneranno entro il 10 settembre un report sulla valutazione dei fatti accaduti durante quell’intervento chirurgico. E’ stato chiesto al Collegio disciplinare, infine, di avviare provvedimenti disciplinari rispetto ad altri professionisti coinvolti in quell’intervento. L’azienda, inoltre, sta già completando la relazione richiesta dall’assessore regionale alla sanità Franconi e il presidente Pittella.
Annunciati gli interventi immediati, Maruggi non nasconde tutte le ambiguità che caratterizzano l’accaduto di «presunta mala sanità». Tra questi, la denuncia che ha fatto partire l’inchiesta della magistratura che non viene dai familiari della donna, «che al contrario – precisa Maruggi – per quello che mi hanno riferito hanno sempre elogiato la struttura e i suoi professionisti», ma che sarebbe anonima. E poi, il clima di particolare dissidi tra i professionisti del reparto di chirurgia, confermato anche dalla relazione del 6 agosto dell’Audit, istituito nella primavera del 2014 da tre luminari esterni proprio per monitorare l’attività del reparto. Infine, il tempo intercorso tra l’accaduto (maggio 2013) l’inizio dell’inchiesta della magistratura (febbraio 2014) e la consegna dell’audio (agosto 2014), oltre che alle motivazioni che hanno spinto a registrare e a consegnare il nastro nelle mani di Basilicata 24. Gli scenari sarebbero vari e multipli. Maruggi non esclude che l’origine di tutto sia in quel clima particolare del reparto di cardiochirurgia, che si è caratterizzato anche per denunce reciproche tra professionisti. Su una cosa però non transige illazioni: «Il San Carlo è completamente scevro da qualsiasi condizionamento politico, né nella nomina del primario di cardiochirurgia né in altre scelte. Basilicata 24 ha fatto un polpettone mediatico. Marraudino è stato scelto perchè il più bravo».
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