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IL 25 luglio scorso i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Potenza apposero i sigilli allo stabilimento della SiderPotenza. Nel frattempo alcuni operai, su delega del gip Luigi Spina, fermarono gli impianti. I lavoratori furono mandati a casa e intorno alle 14 l’impianto fu spento. A chiedere lo stop della produzione il sostituto procuratore Francesco Basentini, nell’ambito di un’inchiesta sull’emissione in atmosfera di fumi nocivi. Richiesta accolta dal gip, Amerigo Palma, che la mattina del 25 luglio scorso dispose il sequestro preventivo della SiderPotenza, lo storico stabilimento del capoluogo acquistato nel 2002 dal Ferriere Nord spa, del gruppo friulano della famiglia Pittini.

Sequestro e spegnimento dell’impianto, incluso il forno elettrico che è il cuore pulsante dello stabilimento. Operazione complessa  – affidata a una squadra di tecnici –  conclusasi  soltanto nella tarda serata di 23 giorni fa.

Ieri notte –   lo scorso 8 agosto il Gip Luigi Spina firmò  il provvedimento di facoltà d’uso pur mantenendo il sequestro dello stabilimento – in fabbrica sono entrati  gli addetti alla manutenzione. Proprio loro che avevano dovuto spegnere l’impianto ieri notte sono rientrati in fabbrica. Stamattina toccherà a circa una sessantina di operai addetti a laminatoio e all’acciaieria.

E alle 14 di domani l’acciaieria  ripartirà. Il 4 toccherà al laminatoio. Solo allora tutti i 250 dipendenti della Sider torneranno al lavoro.

Quel lavoro che gli operai – operai che per 19 giorni sono rimasti notte e giorno davanti ai cancelli dello stabilimento –    e le loro famiglie temevano di perdere per sempre rimanendo senza alcun reddito.

L’impianto siderurgico del capoluogo, ricordiamo,  rientrerà sì in funzione pur rimanendo sotto sequestro.

La cappa da 6 milioni di euro installata la scorsa estate è riuscita a risolvere il problema delle emissioni dai camini, ma ora i vertici della Pittini dovranno non solo  effettuare un monitoraggio costante sulle dispersione (sia all’interno che all’esterno), dei fumi inquinanti, ma anche realizzare delle  porte mobili – questo il termine tecnico –  a chiusura dei “lucernari” del sottotetto che si trovano sul lato dello stabilimento che “guarda” in  direzione di rione Bucaletto. E sul monitoraggio dei fumi vigileranno, costantemente,  anche gli uomini del Noe.

a.giammaria@luedi.it

 

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