X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

 

LAGONEGRO – Hanno impiegato più di ventiquattr’ore gli uomini dei vigili del fuoco del nucleo operativo di Potenza per domare le fiamme che hanno completamente distrutto il capannone della Ferramenta Lombardi, ubicato nella zona industriale del paese immediatamente a ridosso dello svincolo autostradale di Lagonegro sud sulla A3 Salerno-Reggio Calabria.

Ieri sera intorno alle 19,00 ancora non erano stati spenti tutti i focolai, anche se il fronte dell’incendio era ormai stato circoscritto grazie agli sforzi straordinari del personale impiegato sul posto e all’ausilio di potenti pompe idrauliche e mezzi con scale rimovibili.

Tre pompieri erano riusciti ad entrare nella struttura già nella notte di domenica, accedendo dal tetto ed aprendosi un varco al secondo piano attraverso un ingresso laterale munito di porta antipanico tagliafuoco, ma nonostante le pesanti tute ignifughe indossate erano dovuti uscire pressoché immediatamente, dopo aver percorso appena un paio di metri, a causa dell’altissima temperatura sviluppatasi all’interno dei locali.

Secondo una prima valutazione tecnica fornita sulla scorta delle testimonianze degli stessi vigili del fuoco dall’ispettore capo Vito Capezzera – che coordinava le squadre addette allo spegnimento – le fiamme sarebbero state appiccate all’esterno dell’edificio e da lì si sarebbero propagate a tutta la struttura, finendo per avvolgere completamente il magazzino.

Ciò confermerebbe l’ipotesi sulla natura dolosa dell’avvenimento, riportata ieri dal Quotidiano, anche se al momento gli investigatori non si sbilanciano e stanno perseguendo tutte le piste possibili, non sottovalutando l’ipotesi di un errore umano dovuto ad imperizia, distrazione o a cause fortuite; di sicuro, anche nel momento in cui l’area sarà accessibile agli inquirenti – verosimilmente nella mattinata di oggi – sarà molto difficile raccogliere prove poiché ogni traccia potrebbe essere andata distrutta durante l’incendio, considerate le temperature raggiunte e la natura dei combustibili e dei materiali bruciati. Onde evitare questa ipotesi era intervenuta anche la sezione scientifica dell’Arma dei carabinieri, per girare filmati e scattare foto da visionare successivamente.

Intanto l’intera area sarà messa sotto sequestro, a disposizione del sostituto procuratore Francesco Greco cui sono state affidate le indagini, mentre in paese naturalmente non si parla d’altro e, oltre a tanta solidarietà nei confronti delle vittime di questo gesto barbaro, si avverte grande sconcerto e un certo grado di tensione latente per il ripetersi di episodi delittuosi di tale portata

 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE