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RIONERO – Un bene pubblico di grande interesse storico e culturale, dopo oltre cinque anni di lavori di restauro è stato restituito alla comunità.
Si tratta dell’ex Grancia del convento di Santa Maria degli Angeli di Atella, trasformato successivamente in carcere borbonico, struttura storica che sorge nel centro storico di Rionero in Vulture. L’apertura ufficiale del “Museo multimediale sul brigantaggio post-unitario” allestito all’interno dell’ex carcere borbonico è stata anticipata da un convegno di presentazione del restauro e del catalogo tenutosi a Palazzo Fortunato al quale hanno preso parte il progettista e direttore dei lavori Fernando Calice, il Soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici della Basilicata Francesco Canestrini, il Direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici Attilio Maurano, il sottosegretario, Vito De Filippo e il sindaco di Rionero Antonio Placido. Costato poco più di 500.000 euro «l’intervento di recupero e restauro condotto dalla Soprintendenza – ha spiegato Fernando Calice durante l’incontro – ha riguardato la demolizione del corpo fabbrica adibito a guardiola perché privo di valenza storica ed architettonica. E’ stata rimossa la copertura in struttura lignea sostituita con struttura portante in travi di legno e tavolato senza solaio di sottotetto. E’ stata ridata l’originaria cromia all’intero complesso architettonico con la rimozione delle incrostazioni, riapertura delle feritoie, riparazione della parti fatiscenti ed integrazione delle parti mancanti». E’ un edificio «non di grande rilevanza architettonica ma molto importante per la storia locale ed è altrettanto importante – ha concluso – che sia stato restaurato come un edificio di pregio». La parola è poi passata al direttore Attilio Maurano che ha sottolineato come «il corretto intervento di restauro ha privilegiato la necessità di non modificare l’assetto architettonico e strutturale, stratificatosi nel tempo, dando risalto anche alle testimonianze apparentemente di poco rilievo, quali numerosi graffiti rinvenuti su intonaci, legno e pietra. La scelta di destinare la struttura a “Museo del brigantaggio” è congrua ad unire in un unico edificio una serie di simboli sentiti come parte fondamentale della storia rionerese come l’epopea del brigantaggio ed in particolare quella di Carmine Crocco. Ora però c’è la necessità della messa in rete di questa struttura con le altre presenti in questo piccolo territorio. E’ altrettanto importante continuare a sostenere il “Museo diffuso” esistente in tutta Italia e non concentrarsi solamente sulle grandi opere come possono essere il Colosseo o gli Scavi di Pompei».
Sostenere «anche i più piccoli scavi archeologici o strutture storiche – conclude Maurano – significa creare economia nel territorio». Il convegno si è chiuso con l’intervento del sindaco di Rionero Antonio Placido il quale ha ricordato che «nell’ex carcere borbonico abbiamo trasferito tutto il materiale che avevamo a disposizione all’interno del Palazzo Fortunato. Vorremmo arricchire ulteriormente questo materiale a nostra disposizione e trasformare questo in un centro di documentazione storiografica in cui possano essere raccolti anche documenti originali di cui tanti cittadini ci parlano e che vogliono che siano catalogati e conservati».
La manifestazione si è poi spostata in largo Mazzini dove, dopo il taglio del nastro, è stato possibile visitare l’intera struttura. Al piano terra dell’ex carcere borbonico è stata sistemata la reception e una piccola biblioteca di volumi sul brigantaggio mentre nell’ex cella dei detenuti è stata allestita la saletta proiezioni-convegno. Al primo piano l’ex-cella per detenuti ammalati è divenuta “Sala briganti”, l’ex cella per detenuti donne oggi è interamente dedicata alle brigantesse mentre l’ex-cella per detenuti di piccoli reati è stata intitolata a Carmine Crocco. Di particolare rilievo e suggestione è sicuramente la cella di rigore che conserva numerose incisioni e graffiti. Il museo virtuale sul brigantaggio è la prima struttura cittadina destinata a museo e mostra permanente. Esso rappresenta per la collettività occasione di conoscenza e approfondimento di un periodo tra i più travagliati della seconda metà dell’ottocento ed un’opportunità didattica per le scuole e non solo. Il museo sarà visitabile gratuitamente tutti i fine settimana dalle 9.30 alle 13 e dalle 17.30 alle 20 e su richiesta anche nei giorni feriali.
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