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«LA sfida di Matera e del Sud che parte da cultura e innovazione». Il dossier di candidatura che sarà presentato nei prossimi giorni si fonda anche su questo principio fondamentale che delinea il senso di una candidatura.
Un percorso che per la città di Matera è partito prima degli altri nel 2008, che ha provato a programmare e coinvolgere anche le altre realtà cittadine che aspettano l’esito della candidatura.
Un progetto che partendo dalla storia che Matera ha vissuto nel tempo e dalla voglia di recuperare sul passato si trova oggi a fondarsi su diverse basi.
«Per Matera la candidatura rappresenta una duplice opportunità.
Consente di portare a compimento, con maggiore consapevolezza e capacità di innovazione, le infrastrutture culturali chiave del territorio.
Mette a disposizione dell’Europa riflessioni, collaborazioni e sperimentazioni utili a ripensare il senso di quei luoghi della cultura e della conoscenza che vogliono ispirarsi ai principi della open culture, dell’apprendimento “tra pari”, della manifattura digitale e ai valori della frugalità, della reversibilità, del riuso e della rilevanza sociale».
In 123 pagine il dossier affronta tutti i temi di partenza, racconta il percorso fatto nel corso del tempo da una città che è destinata a cercare una nuova strada attraverso una serie di strumenti già indicati e specificati nel dettaglio all’interno del dossier. Un dossier che traccia anche non solo la base di partenza della partecipazione ma anche il possibile punto di arrivo che un percorso da fare nel corso degli anni riuscirà a far arrivare all’appuntamento con il 2019.
«Per Matera 2019, la crisi attuale è un’occasione per sviluppare modelli di rigenerazione urbana che, partendo dalla cultura, possano essere d’ispirazione per altre città europee. Intendiamo testare nuovi schemi innovativi che rappresentino una sfida ai preconcetti: che per le città del Sud il turismo sia l’unica strada percorribile per raggiungere la stabilità economica, che la tecnologia sia il solo modello di mediazione possibile nelle relazioni, che la monocultura industriale sia l’unica opportunità di sviluppo».
Un progetto articolato e per molti versi ambizioso su cui Matera si giocherà le sue carte e che non dimentica nemmeno le proprie scelte nel tempo dalla scelta del direttore artistico, al superamento su un concetto di isolamento che la città porta con sè ma che poi in realtà non è così reale visto che non tiene conto del fatto che Matera è collegata ad un aeroporto internazionale come Bari così come qualsiasi altra grande città a livello europeo e mondiale.
Una realtà che viene spesso e troppe volte sottovalutata e che in passato più volte da Adduce a Verri, a Grima hanno voluto chiarire, trovando oggi residenza anche all’interno del dossier di candidatura.
INFINE la prospettiva futura che punta ad una programmazione che va oltre il 2019 e che arriva fino almeno al 2022 e che si rafforza e si tiene in piedi con la nascita della Fondazione Basilicata-Matera 2019. Una Fondazione che diventa sostanzialmente la garanzia, attraverso anche le coperture economiche che ne dovranno scaturire, di un impegno futuro a realizzare i programmi e i progetti che vengono messi in cantiere.
In più un dettaglio di una serie di obiettivi, alcuni già in itinere ed altri da programmare al meglio che potrano completare il lavoro ed il percorso di candidatura.
La sintesi di un dossier articolato e che dunque tocca più elementi non è semplice ma sostanzialmente «con la candidatura, Matera è diventata un luogo ospitale per le comunità del cambiamento in Europa e nel mondo. Spontaneamente, dal basso, attraverso il passa parola e le relazioni informali, Matera ha accolto sempre più raduni, progetti e eventi inconsueti, audaci e all’avanguardia, posizionandosi come città che accoglie la scena dell’innovazione civica e sociale internazionale, applicata alla cultura intesa come bene comune di cui prendersi cura».
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