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CHE ci sia crisi nel settore produttivo i sindacati lo denunciano da tempo. In Basilicata come nel resto d’Italia. E più che dare numeri, forse, serve raccontare le storie.

L’ultima, in ordine di tempo, è quella di alcuni lavoratori della ditta De Vivo  che non percepiscono lo stipendio da oltre 4 mesi, mentre alcuni sono in cassa integrazione.

La denuncia arriva da alcuni dipendenti che, in forma anonima, hanno deciso di mettere al corrente gli organi di informazione dell’accaduto.

Il gruppo De Vivo è una delle aziende storiche del capoluogo lucano, sul mercato da oltre 50 anni,  occupando oltre 200 unità lavorative fra tecnici, impiegati e maestranze. Impegnato essenzialmente nel settore commerciale, con la De Vivo Spa costruzioni e impianti  allarga il suo raggio d’azione offrendo un servizio  che va dalla progettazione alla realizzazione e  alla manutenzione di immobili ed impianti.  La struttura organizzativa aziendale si avvale quindi di varie professionalità: ingegneri, periti, geometri, idraulici, manutentori, aeraulici, elettricisti, bruciatoristi, frigoristi, conduttori di generatori di calore patentati, muratori. I dipendenti in questione, secondo alcune verifiche tra gli addetti ai lavori, non sarebbero tra gli addetti alle vendite. Più probabilmente si tratta dei metalmeccanici impiegati nel settore edile e delle costruzioni. Tuttavia resta di fatto la conferma delle difficoltà in cui verserebbe la ditta che, come ben si immagina, è in buona compagnia.

La crisi, purtroppo, non finisce di mietere le sue vittime. Potrebbe chiudere a giorni se non cerca di risolvere la vertenza in atto l’azienda Cementi della Lucania Spa dei fratelli Marroccolli, altro braccio storico della Potenza edile che rischia di cadere nel vuoto. Nasce nel 1982 a Bari e arriva a Potenza nel secondo dopoguerra, per rimanerci. Un’azienda di famiglia come tante se ne trovano al Sud e che proprio su questi legami fondano le loro radici. Le quali, purtroppo, non sanno più da dove poter attingere l’acqua. Così, piano piano, si comincia a ritardare nel pagamento degli stipendi, fino alla cassa integrazione,  alla mobilità, alla chiusura. La notizia arriva dalla Filca Cisl che da tempo denuncia preoccupata la crisi e il saldo negativo del comparto edile e delle costruzioni. La chiusura della cementeria di Potenza si accompagna, inoltre, a quella di un’altra azienda sempre legata alla lavorazione di manufatti in cemento, ovvero l’Inpes, del gruppo Martorano, attiva sul territorio da 40 anni. «Proprio in questi giorni – dichiara Michele La Torre, segretario generale Filca Cisl Basilicata – è stata avviata la procedura di mobilità».

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