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SENISE – Un dato è apparso chiaro, l’altra sera nella centrale piazza Vittorio Emanuele di Senise, strapiena: i conti se li sono fatti male e da questa sera, come ha annunciato Felice Santarcangelo di No Triv-No scorie, parte una pesante offensiva popolare, come fu per Scanzano.

Evidentemente, chi si era basato sui quattro indici necessari per la scelta del sito ha fatto malissimo i conti: area periferica-bassa densità demografica-scarso peso elettorale e bassa capacità di mobilitazione sociale, non corrispondono al vero. In modo particolare proprio la quarta opzione. Visto che presenti al convegno di Senise, organizzato da “Per Senise, rifiuto” e da “Rifiutiamoli”, c’erano i rappresentanti di Tito che si oppongono alla centrale a biomasse, quelli del comitato di Santarcangelo, di Tursi e Colobraro, di Gorgoglione, di Pisticci, di Scanzano e Policoro, dei Radicali di Bolognetti e poi tante adesioni ,come: Libera di Basilicata, comitato No Scorie della Trisaia di Rotondella, Ola ambiente della valdagri, comitato contro la centrale del Mercure di Rotonda, Associazioni di medici e legali, Legambiente Basilicata, Wwf Basilicata, Potenza attiva, Sos costa Jonica, associazione lucana turismo doc.

Insomma, tutti a dire no a quello che si vorrebbe realizzare in faccia al lago di Montecotugno, in località S. Lucia. Una nuova opposizione «a chi avrebbe voluto e ha ingenuamente quanto presuntuosamente disegnato un apposito percorso dedicato ai morti viventi. Attraverso dieci discariche camuffate da opifici di quello che un tempo si chiamava  Cdr ed era pericoloso, ora camuffato da Css, pur sempre pericolosissimo».

Tutto questo mentre dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) fa sapere Felice Santarcangelo di No triv, hanno intimato di non costruire centrali nucleari a valle delle dighe. Il contributo di Rossella Spaguolo in prima linea da sempre contro la fabbrica che ha ricordato come il sito di Senise, insieme a quello di Tito e Melfi era già stato indicato in una delibera regionale del 2007, e dunque nessuna novità ma solo la velleità di portare avanti un progetto irresponsabile sulle teste delle popolazioni; quello di Luciano Maselli che ha ricordato la costituzione e Francesco Nigro, il professor Ferdinando Laghi, che già aveva letteralmente demolito la teoria che privilegia la realizzazione di fabbriche di ogni sorta legate ai rifiuti, ha voluto rispondere al sindaco di Senise, futuro vicepresidente dell’Ente parco nazionale del Pollino, ricordandogli che «in casi come questi, esiste un pericolo concreto: quello di ammalarsi della sindrome di Nimby (Not in my back yard-Non nel mio cortile) e che proprio per questo bisogna evitarla facendo fronte comune e soprattutto ricordando che l’aria inquinata ovunque, prima o poi,  in ogni forma poi riciclata, capita sulla propria testa: fabbricare veleno, che poi tanto sono altri, cittadini lucani che lo inalano non si deve dire. Progetti di questo tipo vanno contro la raccolta differenziata, verso la quale dovremmo tendere e perfezionarci tutti. Novecentosessantaquattro tonnellate al giorno, almeno trenta tir che che vanno e vengono quotidianamente, significa che voi drenate i rifiuti di ben oltre tutta la Basilicata».Ed allora qualcuno dovrà a questo punto, venire a spiegare perché non una sola ma servono anche altre nove fabbriche di veleno in regione: da dove arriveranno i rifiuti e soprattutto di che tipo. La partita ha inizio.

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