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POTENZA – Il petrolio? «Occorre andare verso il raddoppio delle estrazioni, che poi deve significare raddoppio delle royalties». I reflui? «Meglio reiniettarli». Ed il quartiere di 800 anime a Pisticci Scalo, soffocato dai miasmi derivanti dal loro trattamento? «La cosa più logica è spostare l’intero quartiere, si fa prima e si risolve il problema».

Non si può dire che nella sua visita a Tecnoparco, nel cuore della Valbasento, il senatore Massimo Mucchetti (Pd), presidente della X Commissione industria, commercio, turismo del Senato, non sia riuscito a maturare una sua precisa visione delle problematiche incontrate, coerente peraltro con le linee guida del suo partito. Una visione diversa da quella del componente della medesima commissione, il senato lucano del M5S, Vito Petrocelli, che questo sopralluogo l’ha voluto. Il suo movimento è per lo stop alle trivellazioni in Basilicata e storce il naso di fronte all’ipotesi della reiniezione. Ma tant’è: sono le dinamiche delle Commissioni, che in Italia notoriamente non risolvono i problemi. Al massimo ne prendono atto e qualche volta continuano ad alimentare il dibattito. Lo fa senz’altro, esternando il suo pensiero su uno dei temi più caldi del momento, il presidente Mucchetti, al termine del sopralluogo agli impianti di Tecnoparco Valbasento.

«Trovo che sia un po’ strano – esordisce – che dalla Val d’Agri si portino le acque nere in questi impianti con il risultato che a Pisticci si sta male a cause delle puzze, mentre l’Eni butta via 40 milioni di euro all’anno per fare questo trasporto, quando sarebbe più semplice, come avviene in tutte le parti del mondo, reiniettarle nei pozzi, assicurando una vita più lunga ai pozzi medesimi». Ma il sistema, al netto del dibattito a più voci sulla reiniezione, è un altro. E allora si fa prima a spostare Pisticci Scalo: «Qui c’è un problema di sostenibilità degli odori – spiega Mucchetti -. Abbiamo fatto il nostro giro, li abbiamo sentiti, è una situazione sgradevole. Allora facciamo due conti: le case nel quartiere valgono poco e niente. Quanto costa costruire più o meno altrettante abitazioni da un’altra parte? Non molto. Il problema si risolverebbe alla radice e abbastanza alla svelta. Pisticci Scalo non è il rione Tamburi di Taranto, con 25 mila anime. Qui è facile, ci sono 6-7-800 persone: si può fare, non avrebbe un costo elevato. Anzi il costo potrebbe essere sostenuto un po’ da tutti, anche dalle industrie, anche dalle stesse famiglie. Questo sarebbe un modo concreto di affrontare una parte del problema».

L’altra parte riguarda l’idea di sviluppo ed un futuro, quello della Basilicata, sul quale Mucchetti non ha dubbi: «C’è tanto petrolio e gas da tirar fuori, di più di quello che si tira fuori adesso, sarebbe saggio aumentare la produzione, aumentare le royalties che vanno alla comunità lucana e spenderle meglio di come sono state spese finora. Usare queste royalties come volano per fare investimenti produttivi veri, adatti al territorio, sostenibili dal punto di vista ambientale». Anche il sindaco Di Trani, accolto solo in un secondo momento nella visita del Commissione a Tecnoparco, torna sulla richiesta di trasferimento del quartiere. All’inizio sembrava una provocazione. Ma ultimamente qualcuno sembra prenderla sul serio. Lo ha fatto il Comitato Pisticci Scalo Pulita che, in alternativa, ha chiesto la delocalizzazione degli impianti di trattamento, lo ha fatto il presidente Mucchetti e lo aveva fatto lo stesso Di Trani, ad un recente tavolo regionale. «Anche noi abbiamo chiesto il trasferimento del quartiere nell’incontro in Regione» precisa il sindaco di Pisticci. «Nel frattempo – prosegue – chiediamo che vengano sospesi i flussi di reflui rivenienti dalla val D’Agri. E, soprattutto, vogliamo sapere da Potenza cosa vuol fare politicamente della Valbasento. Finora non sono arrivate risposte. Se poi dal punto di vista istituzionale non riusciremo a cavare un ragno da un buco, allora va da sé che faremo quello che abbiamo fatto l’altra sera». Ovvero tornare alla protesta ed ai blocchi. Nel frattempo, però, forse sarebbe interessante rispondere ad un quesito: se raddoppiassero le estrazioni e quindi i reflui destinati al trattamento in Valbasento, qualora raddoppiasse anche la puzza e magari arrivasse a rendere invivibile Pisticci centro, toccherebbe iniziare a trattare anche il trasferimento del centro storico? Dove conduce una logica di questo tipo?

 

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