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SAN NICOLA DI MELFI – Una ventina in tutto e sparati in pieno giorno probabilmente da uno o due  uomini in moto.

La Sg Trading azienda  che si occupa di  commercio di materiale elettronico, a distanza di circa un mese e mezzo, torna nel “mirino” di ignoti.

Ieri mattina intorno alle 11 davanti alla ditta ubicata a San Nicola di Melfi in contrada Parasacchiello, sono stati sparati colpi di arma da fuoco a una distanza piuttosto breve dal cancello principale dove è posizionato il citofono.

Non è chiaro ancora stabilireche tipo di arma sia stata usata. Probabilmente un mitra.

 Qualcuno ha udito gli spari, ma nessuno avrebbe  visto nulla. La repentinità con cui si sarebbe svolto il tutto, lascerebbe pensare che si tratti di uomini – forse due –  a bordo una moticicletta.

 I carabinieri accorsi sul posto subito dopo la segnalazione, sono a lavoro per fare luce sull’episodio. Episodio che si ripete a distanza di una cinquantina di giorni.

 Era l’inizio di maggio. E anche in quella occasione sono stati sparati colpi – nove in tutto – di arma da fuoco. Se ieri il bersaglio è stato l’ingresso della ditta, nel maggio scorso sono state prese di mira due autovetture parcheggiate nel piazzale. Un modus operandi simile che lascerebbe supporre un collegamento tra i due fatti. Ma c’è di più. Un fatto simile è accaduto ad aprile di quest’anno quando, ad essere presa di mira da ignoti, è stato   il muro perimetrale di un’impresa ortofrutticola di Lavello “bersagliato” con una quindicina di colpi da arma da fuoco.

I militari dell’Arma non escludono nulla. Nemmeno il collegamento tra i vari episodi.

Sembra ormai chiaro che la ditta Sg Trading sia  stata presa particolarmente di mira. Sul perchè, invece, gli investigatori ci stanno lavorando. Potrebbe trattarsi di “avvertimenti” o intimidazioni.

Il dato certo è che quello di ieri, da quanto è dato sapere, è il terzo episodio in meno di tre mesi. Non è una escalation, ma potrebbe essere sintomatico di qualcosa che va al di là della – seppur grave – semplice intimidazione.

  Nel melfese del resto, erano diversi anni che non si registravano episodi di questo tipo.

E visto il modus operandi molto simile è  chiaro che non si tratta di sprovveduti. Dietro potrebbe esserci – ma è solo una delle ipotesi investigative – l’ombra del racket.

g.rosa@luedi.it

 

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