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«Non voterò questo bilancio, devo decidere il mio comportamento in aula ma di sicuro non posso dare il mio voto favorevole».

E’ una svolta per Angelo Cotugno, da molti considerata la vera opposizione interna al sindaco Adduce che però fino a questo momento aveva sempre mantenuto sotto un profilo politico una posizione di sostegno che spesso è sembrato anche in contraddizione con parole ed enunciazioni. Oggi Cotugno rompe anche l’ultima barriera e annuncia la sua posizione sul bilancio.

A proposito della polemica, vibrante in queste ore, sulla poca discussione in commissione rispetto ai venti giorni dalla consegna previsti per la discussione del bilancio Cotugno sostiene: «mi pare un problema politico essenzialmente, cioè velocizzare il più possibile l’ultimo atto della legislatura. Quello più importante per poi dare il via libera anche ad altre questioni come quelle urbanistiche che raccolgono interessi trasversali. Un segno di debolezza politica, evidentemente non c’è la convinzione di poterlo approvare senza queste forzature ed accelerazioni».

Poi un’analisi del merito del provvedimento che verte su più aspetti. «Il sindaco sicuramente ci racconterà che molti sono stati i tagli e che i conti sono in ordine e questo non è risultato per tutti. Ma a me sarebbe piaciuto andare anche oltre determinati aspetti contabili, vedere un respiro politico che dopo 4 anni e quasi al termine della legislatura non si intravede.

L’anno passato abbiamo ridotto la soglia minimo per l’esenzione dell’addizionale Irpef e il provvedimento rimarrà in vigore, la Tasi ha previsto questa formula dell’uno per mille per tutti apparentemente democratica ma non prevede detrazione alcuna. La Tari prevede un aumento, sarà in totale circa un milione di euro e di nuovo ci toccherà capire come suddividerlo tra residenze e attività commerciali. Se 70-30 o 65-35. Recuperando delle risorse ma senza aver definito nulla per il futuro, per il ciclo di rifiuti, per i risultati della differenziata, per una discarica che rischia entro pochi mesi in collasso».

Ma l’analisi di Cotugno si allarga a quegli aspetti di ordine più ampio che contraddistinguono il bilancio: «un risparmio o una diversa gestione va ad incidere su contratti, servizi che non sono stati mai toccati. Siamo arrivati che molti erano in scadenza e altri in proroga, oggi li abbiamo praticamente tutti in proroga. Nè su questioni come gli impianti sportivi, gli asili, gli stessi parcheggi, il canile ci sia mai stato un intervento teso a rideterminare quei costi, pesanti per l’amministrazione. Oggi ci troviamo a spendere risorse per adeguare lo stadio XXI settembre che magari con un proiject financing, un indirizzo come quello avanzato potevano non essere in capo all’Amministrazione.

I costi continuano ad essere sempre gli stessi, interventi e risparmi strutturali non ci sono e da altre parti bisogna poi inevitabilmente tagliare. Così come» aggiunge ancora Cotugno, «è successo sulla questione dei contenitori culturali di cui si è tanto parlato, si è aperto un dibattito a questo punto inutile sul recupero delle strutture esistenti oppure sulla necessità di costruire un nuovo teatro. Ma di quelle questioni, di quel dibattito nulla si sa. Così come ci siamo arrovellati per settimane sul dilemma tra Tangenziale e Metropolitana e oggi scopriamo che assolutamente nulla è stato fatto nè in una direzione e nemmeno nell’altra».

L’ultima questione è quella urbanistica, con le varianti da Matera 90 a Granulari destinate a transitare ben presto in Consiglio e a trovare forze trasversali a proprio sostegno.

«Purtroppo gli ultimi avvenimenti dimostrano ancora una volta che siamo ostaggi del partito del mattone, l’unico grande collante di interessi trasversali che riesce a mettere d’accordo più persone.

Non è la cultura o il turismo a svolgere questa funzione ma continua ad essere, purtroppo, il mattone».

p.quarto@luedi.it

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